MARANELLO - Dal 2010, da quando è stato chiamato a Maranello per creare e dirigere il Centro Stile interno della Ferrari, Flavio Manzoni sognava di poter concentrare un...
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Sono bastati meno di due anni per costruire nel cuore del “Campus Ferrari” l’avveniristica struttura che non può certo passare inosservata: un edificio di tre piani (più uno interrato) avvolto in una “seconda pelle” le cui linee curve ispirate alla sinuosa fluidità dei bolidi di Maranello non hanno uno scopo puramente estetico.
Questa sovrastruttura altamente tecnologica è composta da oltre 3.000 pannelli triangolari (l’unica forma – precisa Manzoni – che consente di realizzare una struttura curvilinea così importante) di varie dimensioni, in vetro e metallo, e ha una duplice funzione: garantire la massima luminosità a tutti gli ambienti, compresa la terrazza che consente di valutare linee e colori dei modelli alla luce naturale, proteggendoli nel contempo da eventuali sguardi indiscreti. Nell’edificio, realizzato da Ferrari Design in collaborazione con lo Studio Planning di Bologna, con il Design International di Londra e con le Officine di Architettura di Modena che si sono occupate degli interni, lavorano oltre 100 persone in prevalenza giovani (l’età media è di 36 anni), altamente qualificate e fortemente motivate provenienti da una dozzina di Paesi diversi.
Qui vengono studiate, sviluppate e messe a punto le nuove Ferrari – come la recentissima SF90 Stradale, prima ibrida del Cavallino – che possono essere “radiografate” nei minimi dettagli sia dal vero, sia attraverso sofisticati sistemi multimediali. All’interno – dove non mancano ambienti rigorosamente top secret – opera anche il servizio “Tailor made” che consente alla clientela più esigente di realizzare una Ferrari praticamente su misura scegliendo in una gamma quasi infinita di materiali, colori e accessori fuori catalogo con la consulenza di un “Personal designer”, chiamato tra l’altro a guidare con discrezione il cliente verso un risultato finale che non contrasti con la filosofia e il prestigio del marchio.
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Il Messaggero