GINEVRA - Fiat non è un marchio da spendere in tutto il mondo come Jeep ma Fca non ha alcuna intenzione di venderlo, a coreani o cinesi che siano. Parola Sergio Marchionne....
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«I coreani sono interessati a tutto, ma non abbiamo mai parlato con loro», afferma al termine dell’assemblea di Fca. «Fiat ha un grande futuro, ma molto specializzato. Con il marchio 500 può stare in Europa», aggiunge ribadendo in sostanza il ridimensionamento del marchio italiano preannunciato al Salone dell’ auto di Ginevra nel prossimo piano al 2022, che presenterà il primo giugno a Balocco. Marchionne conferma poi, entro la fine del piano attuale, quest’anno, lo scorporo di Magneti Marelli cui in un secondo momento potrebbe seguire quello di Comau. «Comau è una bellissima azienda ed eventualmente potremo considerare uno scorporo ma non entro il 2018, come avverrà per Magneti Marelli», indica il manager sottolineando che lo spin-off di Magneti Marelli non avverrà con una Ipo in Borsa: «Distribuiamo azioni Magneti Marelli gratis ai soci, senza però la quotazione che abbiamo fatto per Ferrari». Del Cavallino Rampante Marchionne intende rimanere alla guida anche dopo la sua uscita da Fca nel 2019. Difficile invece immaginare un suo ruolo più operativo in Exor, della quale è vicepresidente. «È una holding e ha già John Elkann come presidente e Ceo», spiega. Riguardo poi allo scenario politico, in Italia e negli Stati Uniti, Marchionne si dice tranquillo.
«Il Paese fa le sue scelte. Si risolverà anche questa», commenta riguardo al futuro governo italiano, interpellato in particolare su un possibile asse tra Salvini e Di Maio. «Quando ho detto che abbiamo visto di peggio non mi riferivo alle elezioni ma a quel che ha passato Fca», precisa. Sulle politiche di Trump negli Usa, in particolare riguardo ai dazi su acciaio e alluminio, Marchionne rassicura: «è il presidente degli Stati Uniti, Trump ce lo gestiamo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero