ROMA - Una delle eccellenze del made in Italy, la marca De Tomaso fondata a Modena nel 1959 dal pilota di origini argentine Alejandro de Tomaso, è stata la grande...
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L’operazione De Tomaso sembra dunque avere una forte base tecnica, a cui si aggiunge un design “emozionale” che è ispirato alla iconica P70 del 1964, una vettura da competizione che era nata da una collaborazione tra Alejandro de Tomaso e Carroll Shelby (Ford) per dar vita ad una piccola serie di auto da utilizzare nel celebre campionato Usa Can Am. L’operazione non ebbe però seguito, anche perché l’Ovale Blu decise di impegnarsi nell’operazione GT40, e il telaio e parte delle forme della P70 diventarono - attraverso l’acquisto della Carrozzeria Ghia da parte di de Tomaso - diventarono la splendida Ghia De Tomaso Sport 5000 esposta al Salone di Torino del 1995. L’attuale P72, erede di una storia fatta di passione, stile e creatività, riflette in pieno il DNA della marca, grazie all’impegno del designer Jowyn Wong, già autore della Apollo GT1. Oltre che per gli evidenti richiami al mondo della “carrozzeria” italiana - auto da competizione comprese - degli Anni ‘60 e ‘70, la De Tomaso P72 si distingue per l’originale combinazione della tinta rosso racing con il rame delle finiture delle ruote, degli specchi e di altri elementi esterni, una nota che si ritrova anche nel curassimo (e fin troppo originale) abitacolo a due posti secchi. Il programma annunciato a Goodwood prevede la costruzione di 72 esemplari di questa hypercar, con prezzo - optional e tasse esclusi - che partirà da 750.000 euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero