COP26, pochi paesi firmano stop vendita motori termici 2035. Solo GB, Austria, Canada, Olanda, Svezia, Norvegia, Polonia e Turchia

Il manifesto di COP26
GLASGOW - Tra i Paesi che occupano una posizione di rilievo nell’ambito automotive, soltanto Gran Bretagna, Austria, Canada, Olanda, Svezia, Norvegia, Polonia e Turchia si...

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GLASGOW - Tra i Paesi che occupano una posizione di rilievo nell’ambito automotive, soltanto Gran Bretagna, Austria, Canada, Olanda, Svezia, Norvegia, Polonia e Turchia si sono impegnati «affinché tutte le vendite di auto e furgoni nuovi siano a emissioni zero a livello globale entro il 2035». Lo evidenzia un documento riassuntivo che è stato emesso dagli organizzatori della conferenza Cop26 a Glasgow (https://www.gov.uk/government/publications/ cop26-declaration-ze ro-emission-cars-and-vans) e che tratta solo dei temi della mobilità e dell’industria dell’auto. Oltre ai Paesi citati si sono impegnati a vietare la vendita di mezzi diversi da quelli con emissioni zero entro il 2035 (o il 20240) Azerbaijan, Cambogia, Capo Verde, Cile, Croazia, Cipro, Danimarca, El Salvador, Finlandia, Islanda, Irlanda, Israele, Lithuania, Lussemburgo, New Zealand, Slovenia e Uruguay. Hanno aderito all’iniziativa anche diversi governi e amministrazioni locali, tra cui Roma, Firenze e Bologna, e alcune aziende automobilistiche (Avera Electric Vehicles, BYD Auto, Etrio Automobiles Private Limited, Ford Motor Company, Gayam Motor Works, General Motors, Jaguar Land Rover, Mercedes-Benz, MOBI, Quantum Motors e Volvo Cars).

«In qualità di rappresentanti di Governi, imprese e altre organizzazioni che hanno un’influenza sul futuro dell’industria automobilistica e del trasporto su strada - si legge nel documento firmato da Gran Bretagna, Austria, Canada, Olanda, Svezia, Norvegia, Polonia e Turchia - ci impegniamo ad accelerare rapidamente la transizione ai veicoli a emissioni zero per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Insieme, lavoreremo affinché tutte le vendite di auto e furgoni nuovi siano a emissioni zero a livello globale entro il 2040 ed entro il 2035 nei principali mercati». Dopo la richiesta a tutti i Paesi sviluppati «di rafforzare la collaborazione e l’offerta di supporto internazionale per facilitare una transizione globale, equa e giusta» i firmatari precisano l’impegno come città, Stati e Governi regionali «a lavorare per convertire le nostre flotte di auto e furgoni di proprietà o in leasing in veicoli a emissioni zero entro il 2035, oltre a mettere in atto politiche che consentiranno, accelereranno o incentiveranno in altro modo il passaggio ai veicoli a zero emissioni quanto prima, per quanto possibile dati i nostri poteri giurisdizionali». Il paper emesso post- Cop26 prospetta anche che «in qualità di investitori con partecipazioni significative nelle Case automobilistiche», i Paesi firmatari sosterranno una «transizione accelerata verso veicoli a emissioni zero in linea con il raggiungimento del 100% di nuove vendite di auto e furgoni a emissioni zero nei mercati principali entro il 2035».

«Come altri firmatari - si legge nel documento - sosteniamo una transizione accelerata verso veicoli a emissioni zero in linea con il raggiungimento del 100% delle vendite di auto e furgoni nuove a emissioni zero nei principali mercati entro il 2035. Sosterremo gli sforzi per raggiungere la svolta nel trasporto su strada annunciata dai leader mondiali, che mira a rendere i veicoli a emissioni zero la nuova normalità rendendoli accessibili, convenienti e sostenibili in tutte le regioni entro il 2030». Resta dunque da osservare quanto l’impegno promesso da Gran Bretagna, Austria, Canada, Olanda, Svezia, Norvegia, Polonia e Turchia - assieme agli altri firmatari - potrà influenzare le decisioni dei Paesi grandi player nell’automotive. Soprattutto alla luce dell’allontanamento del traguardo per la messa al bando del carbone e, quindi, la maggiore possibilità di produzione e di ricarica delle auto a batteria con energie rinnovabili.

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Il Messaggero