Car sharing fermo, ma il Comune di Roma chiede i canoni alle società

Car sharing fermo, ma il Comune di Roma chiede i canoni alle società
ROMA - Il car sharing è praticamente fermo dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, ma il Comune di Roma esige comunque che le società che gestiscono il...

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ROMA - Il car sharing è praticamente fermo dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, ma il Comune di Roma esige comunque che le società che gestiscono il servizio paghino quanto dovuto. È il paradosso denunciato da Aniasa, l’associazione di Confindustria che rappresenta le aziende di noleggio e mobilità, car sharing compreso il quale ha subito un tracollo del 90%.


«Abbiamo chiesto al Comune di Roma di sospendere in questa fase di emergenza in cui i consumi di car sharing si sono ridotti del 90% il pagamento dei canoni (1.200 euro l’anno) sostenuti dagli operatori per ogni singola auto. La risposta è stata negativa. A parole Governo e amministrazioni locali proclamano il proprio sostegno alla sharing mobility, nei fatti non fanno nulla per sostenerla e anzi la ostacolano. Senza un adeguato supporto a livello nazionale e locale, gli operatori di sharing saranno inevitabilmente costretti a rivedere la propria presenza sul territorio».

Gli operatori di car sharing dunque sostengono di aver mantenuto l’intera flotta operativa, nonostante il crollo degli utilizzi, adottando gli standard di sicurezza necessari affinché il servizio fosse disponibile per coloro che ne avevano davvero bisogno. A fronte di questa situazione però il Comune di Roma non è disposto a fare sconti sui canoni forfettari che le società che gestiscono il car sharing devono da contratto per ogni vettura in servizio.

Le società di car sharing hanno inoltrato analoga richiesta di sospensione dei canoni in altre città ottenendo risposta positiva a Bologna (fino al 10 marzo) mentre sono ancora in attesa di un riscontro dalle municipalità di Torino, Firenze e soprattutto Milano che è la capitale italiana del car sharing con 640mila iscritti e 3.290 auto (rapporto Aniasa 2018) concentrando nella propria area il 43% dell’intera flotta dislocata nel nostro paese e con un abitante su 3 iscritto almeno ad uno degli operatori.

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Il Messaggero