Auto, guida autonoma in Europa forse limitata alle autostrade. Incidente Uber evidenzia problemi sviluppo e legislativi

Un'auto a guida autonoma
ROMA - Le auto a guida autonoma sono sicure? La risposta alla domanda, ancora più legittima dopo l’incidente di ieri a un veicolo Uber in cui è morta una...

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ROMA - Le auto a guida autonoma sono sicure? La risposta alla domanda, ancora più legittima dopo l’incidente di ieri a un veicolo Uber in cui è morta una donna, potrà arrivare solo quando il numero degli esemplari effettivamente a disposizione degli utenti (sostanzialmente i gestori del car sharing o del noleggio, visti i costi proibitivi per i privati) e i legislatori avranno chiarito norme e limitazioni. Una cosa è certa: secondo gli esperti, in Germania, come in Francia o in Italia, quando arriveranno le auto a guida autonoma ma con obbligo dell’uomo a bordo (della categoria SAE 4 in una scala da SAE1 a SAE6 di crescente livello tecnologico) sarà sempre l’uomo a riprendere il volante non appena superati i caselli o imboccati gli svincoli.


Questo perché fuori dalle autostrade la guida completamente autonoma legale è ancora lontana, se non lontanissima. Oggi i sistemi compresi nelle categorie SAE 2 e SAE 3 “base” si stanno diffondendo rapidamente (per una ricerca IHS Markit commissionata da Bosch la crescita è del 20% all’anno) e sono già al debutto alcuni modelli - come l’ultima Audi A8 - con una evoluzione del livello SAE 3 che avvicina il comportamento a quello di un’auto realmente autonoma.

Ma, come ha dichiarato Rupert Stadler Ceo del Gruppo Audi, entro il 2025 si potranno vedere su strada veicoli di livello 5. «Quella che è in corso è una vera gara - ha detto - non solo per sviluppare la tecnologia, ma per esplorare e riflettere sulle implicazioni legali e morali che la accompagnano». Gli sviluppi saranno diversi a seconda che i veicoli si muovano nel lento traffico delle autostrade urbane giapponesi o cinesi, nel flusso costane delle highway americane o nella andatura “nervosa” della viabilità europea. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero