ROMA - “Vendere” l’energia attraverso la propria auto elettrica quando questa non è in uso facendola diventare, lasciata agganciata alla colonnina, una...
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In particolare, entro tre mesi, l’Arera (la vecchia Autorità per l’energia) dovrà adottare delle disposizioni per integrare la propria regolazione del dispacciamento, proprio per includere le infrastrutture di ricarica, «anche domestiche». Il relativo documento verrà messo in consultazione e poi emanato quindi, secondo fonti di settore, prevedibilmente verso l’estate tutto il processo dovrebbe essere completato. Il sistema prevede infatti che il singolo automobilista si affidi a un “aggregatore” (come è per esempio Enel X che ha avviato da tempo la sperimentazione) che in pratica fa da trait d’union tra l’ auto e il gestore della rete elettrica. L’automobilista si collega alla colonnina (sia quelle tradizionali e monodirezionali, sia quelle nuove e bidirezionali) e non solo riceve energia, ma la fornisce anche nei momenti di necessità ‘bilanciandò la rete. Alla remunerazione dell’automobilista penserà quindi lo stesso aggregatore, che verosimilmente agirà attraverso uno sconto sul successivo “pieno” di energia elettrica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero