La salute dell’ambiente non passa solo dai trasporti terrestri, ma anche dal mare. Lo sa bene Suzuki che è protagonista dei due mondi con moto, automobili e motori fuoribordo. Il costruttore di Hamamatsu si gode la salute dei propri conti che sono tornati ad un nero deciso con un fatturato pari a 4.642 miliardi di yen (quasi 33 miliardi di euro, +30%) e un risultato operativo ancora più favorevole pari a 350,6 miliardi yen (2,49 miliardi di euro, +83%). Un ottimo viatico per la strategia che prevede il raggiungimento della neutralità di CO2 nel 2050 per Europa e Giappone e nel 2070 per l’India.

Oltre al sistema produttivo e di approvvigionamento, sono coinvolti ovviamente anche i prodotti e in arrivo ci sono due modelli entro il 2023, che diventeranno sei alla chiusura dell’anno fiscale 2024 (marzo 2025) per il mercato europeo dove copriranno ben l’80% delle vendite di Suzuki. A questi si aggiungeranno nel frattempo un motociclo a batteria, che diventeranno otto nel 2030 con una quota del 25% sulle vendite, e un motore fuoribordo elettrico che diventeranno cinque alla fine del decennio.

Il costruttore giapponese sta anche pensando di rendere “neutrali” i grandi motori fuoribordo con l’ausilio di carburanti bio e sintetici, ma sta già contribuendo alla sostenibilità del mare attraverso #lavalacqua Suzuki Micro-Plastic Collector, la tecnologia presente su cinque dei suoi motori fuoribordo e che filtra il mare dalle microplastiche, capaci di inserirsi anche nell’acqua potabile e nella catena alimentare dell’uomo.
Un’opera che viene idealmente proseguita e completata dai programmi #SuzukiCleanOceanProject e #SuzukiCleanUp che lo scorso anno hanno visto il coinvolgimento di 12mila dipendenti.