Audi Skysphere, Pebble Beach il futuro ispirato alla Horch degli anni Trenta

L'Audi Skysphere è ispirata nello stile alla Horch 853 del 1937, ma è elettrica, a guida autonoma ed è capace di allungarsi o accorciarsi di 25 cm
Audi presenterà al concorso di eleganza di Pebble Beach la Skysphere, concept ispirato alla Horch 853, decappottabile degli anni ’30, ma dotata di propulsione...

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Audi presenterà al concorso di eleganza di Pebble Beach la Skysphere, concept ispirato alla Horch 853, decappottabile degli anni ’30, ma dotata di propulsione elettrica, guida autonoma di livello 4 e altre soluzioni che vedremo sulle Audi del futuro. La Skysphere è infatti il primo di un trittico di concept, insieme alla Grandsphere e alla Urbansphere, che ridefineranno la personalità stilistica delle auto di Ingolstadt.

Per trovare il proprio futuro, Audi ha attinto nel proprio passato. August Horch è infatti il fondatore di quella che divenne poi l’Audi il cui nome deriva, come è noto, dal latino “ascoltare” e che, guarda caso, in tedesco si dice proprio “horch”. Anche il nome Skysphere ha un preciso significato e con sky (cielo in inglese) fa riferimento alla carrozzeria scoperta mentre sphere indica che il concept, così come le Audi del futuro, saranno disegnate a partire dall’abitacolo, concepito come una sfera e come il terzo ambiente dove trascorrere il proprio tempo dopo la casa e il luogo di lavoro.

La Skysphere è stata disegnata presso il centro stile Audi di Malibu, diretto da Gael Buzyn e che si trova nei pressi della Pacific Coast Highway, la strada che percorre tutta la costa californiana toccando anche Monterey nella cui contea si trova Pebble Beach, dove si svolge il celeberrimo concorso d’eleganza vinto nel 2009 proprio da un maestoso esemplare di Horch 853 Voll & Ruhrbeck Sport Cabriolet del 1937, auto lunga 5,2 metri e spinta da un 8 cilindri in linea 5 litri da 120 cv. La Skysphere invece ha un motore molto più piccolo, e posizionato posteriormente, ma molto più potente: un elettrico da 465 kW (632 cv) e 750 Nm alimentato da un pacco batterie da oltre 80 kWh che si trova in parte lungo il tunnel e in parte alle spalle dell’abitacolo.

Tutto il resto della parte elettrica si trova tra il passaruota anteriore e l’abitacolo, per avere il miglior bilanciamento delle masse: 1.800 kg ripartiti al 60% sul retrotreno. La Skysphere dichiara un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4 secondi e un’autonomia di oltre 500 km. Le sospensioni, a doppi triangoli sovrapposti, sono pneumatiche a tripla camera, permettono di abbassare il corpo vettura di 10 mm e derivano da quelle dell’E-tron GT, ma in più hanno la capacità di adattare lo smorzamento leggendo il fondo con una telecamera come sulla S8. Gli pneumatici 285/30 sono montati su cerchi da 23 pollici e ci sono anche le 4 ruote sterzanti con sistema by-wire, ovvero senza collegamento meccanico tra volante e ruote.

Ma la peculiarità più originale della Skysphere è che può accorciarci ed allungarsi di 25 cm grazie ad un sofisticato sistema di attuatori elettrici. In configurazione Sport, è lunga 4,94 metri e ha un passo simile a quello della RS5 Coupé mentre in quella Granturismo si allunga fino a 5,19 metri, ha il passo di una limousine come la A8 L, i comandi di guida (volante e pedaliera) scompaiono e, grazie anche alla possibilità di posizionare i sedili a piacimento, la Skysphere si trasforma in un salotto a 4 ruote con guida autonoma. In questo modo, vengono racchiuse due anime e due modalità di utilizzo all’interno della stessa vettura. Il sistema di infotainment permette di svolgere attività da ufficio come le videoconferenze oppure vedere un film o condividere le immagini del viaggio in tempo reale.

L’abitacolo, concepito come una sfera, è ispirato nello stile all’Art Deco e utilizza materiali rispettosi dell’ambiente come microfibra ricavata da materiali riciclati, legno di eucalipto certificato e similpelle sintetica. I comandi sono tutti a sfioramento posizionati sulla plancia o sulla consolle mentre quelli della climatizzazione di trovano sulle portiere. L’impianto audio si serve di diffusori annegati sotto le superfici per tutelare la continuità del design e assicurare la migliore esperienza d’ascolto. In modalità Granturismo a guida autonoma la Skysphere provvede anche a parcheggiarsi e trovare un punto di ricarica e, grazie ai pannelli luminosi integrati a matrice che integrano e sostituiscono i gruppi ottici e la calandra single frame, comunica attraverso animazioni che ridefiniranno il rapporto tra mezzi e ambiente circostante.

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Il Messaggero