Arcadia Yacht festeggia 10 anni con l’Oscar della nautica. A Cannes la première mondiale dello Sherpa XL

L'Arcadia Sherpa
NAPOLI - La cantieristica italiana, come tutti sanno, riscuote successo nel mondo grazie a colossi di fama consolidata come Azimut-Benetti, Baglietto, Ferretti-Group, Sanlorenzo e...

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NAPOLI - La cantieristica italiana, come tutti sanno, riscuote successo nel mondo grazie a colossi di fama consolidata come Azimut-Benetti, Baglietto, Ferretti-Group, Sanlorenzo e pochi altri. Ma sulla scena internazionale si sta imponendo anche un altro cantiere, molto più giovane (è nato appena dieci anni fa) rivelatosi capace di aprire un filone inedito: quello degli yacht ecofriendly, barche semidislocanti di grandi dimensioni che rinunciano coraggiosamente alle convenzioni del miglior design italiano per mirare all’efficienza, al comfort, al rispetto dell’ambiente marino e all’esaltazione del rapporto tra l’uomo e il mare, barche in cui un pannello solare, un vetro termico e un motore silenzioso sono considerati valori più importanti di altri. Ci riferiamo ad Arcadia, cantiere di Torre Annunziata (Napoli), che in meno di dieci anni ha consegnato circa trenta yacht e dall’inizio del 2019 ha avviato lavori per una flotta di almeno dieci nuove imbarcazioni. La novità più attesa è l’inedito Sherpa XL, che a settembre verrà presentato in anteprima mondiale al Salone di Cannes (e forse anche a Genova).


Ma, prim’ancora che si vedano i frutti di questi piani ambiziosi, il lavoro fin qui svolto dal cantiere napoletano è stato premiato con un riconoscimento di assoluto prestigio: il World Superyacht Awards 2019, vero e proprio Oscar della nautica assegnato – particolare importante – non da tecnici del settore, ma da una giuria di armatori, ovvero gli abituali utenti. Il premio è stato attribuito, in particolare, per la categoria delle imbarcazioni semi-dislocanti tra 30 e 32,9 metri, ed è stato motivato con argomentazioni che hanno tenuto conto della filosofia del progetto “ispirato al massimo di connessione con l’ambiente marino attraverso l’abbondanza di grandi finestre e la presenza di porte scorrevoli che si aprono su balconi ribaltabili su entrambi i lati”.

“I buoni risultati nelle vendite e il premio ricevuto a Londra ci rendono fieri e ci spingono ad andare avanti con convinzione” dice Francesco Ansalone, 42enne direttore marketing approdato due anni fa in Arcadia, dopo aver maturato significative esperienze in Ferretti Group e Azimut-Benetti. “Negli ultimi giorni di maggio – aggiunge il manager salernitano – siamo stati molto presi dal varo della terza unità dell’A105 e della sedicesima A85, stiamo attraversando infatti una fase piuttosto intensa, con ben dieci scafi in costruzione, per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro”.

Il tutto avviene nella rinnovata area produttiva del cantiere, che è passata da 36.000 a 47.000 metri quadri grazie all’acquisizione degli spazi un tempo occupati da Aprea Mare (oggi trasferito nelle Marche), dove Arcadia può disporre anche di alaggio a varo con darsena.

I dipendenti fissi di Arcadia sono una trentina, ma la forza lavoro, come avviene in quasi tutti i cantieri nautici, è flessibile, con presenze variabili di artigiani provenienti dall’esterno. E infatti in questa fase sono coinvolti circa 150 addetti, essendo contemporaneamente in costruzione due A85, due A105, un A115, tre Sherpa e due esemplari del nuovo Sherpa XL.

E’ nostra consuetudine – spiega Ansalone - disporre sempre di uno scafo e di una coperta pronti per l’allestimento di ogni modello, oltre che di un esemplare ready to sail di A85, Sherpa XL e Sherpa. Ciò ci consente di ridurre i tempi di consegna e di ottimizzare trattative avviate in qualsiasi parte del mondo, comprese l’Australia e la Russia, per non dire della Spagna e della clientela di lingua tedesca, che comprende anche svizzeri e austriaci. In tal modo – spiega ancora il responsabile del marketing – riusciamo ad essere un cantiere-boutique internazionale, che si porta avanti nella realizzazione delle strutture e di impianti standard dello yacht (scafo, coperta, compartimentazione, impianti principali) lasciando comunque all’armatore ampia libertà per quanto riguarda le personalizzazioni”.

“In alcune fasi della lavorazione gli addetti possono arrivare anche a 200, 250 e oltre” tiene a informare ancora Ansalone, sottolineando “quanto sia importante per il territorio d’appartenenza una realtà produttiva come Arcadia”. Del resto la famiglia Pellegrino, proprietaria del cantiere, è napoletana, e proprio per questo motivo è stata scelta, come figura simbolo dell’azienda, la maschera di Pulcinella. “Ma attenzione – fa notare Ansalone – è un Pulcinella in abiti eleganti, legato alle sue origini ma evolutosi, capace di distinguersi per originalità. Esattamente come Arcadia”.

Proprio nell’ottica del legame territoriale, il cantiere spera di riuscire a coinvolgere Torre Annunziata nel programma di eventi celebrativi (al momento segretissimo) che verranno organizzati nel corso dell’anno per festeggiare i dieci anni di attività del cantiere.


“Per ora – si limita a dire Ansalone – non posso sbilanciarmi più di tanto, ma è certo che verrà allestito un evento speciale, con il coinvolgimento di armatori, ospiti, dealer e altri possibili stakeholders. Speriamo di fare in modo che i nostri ospiti possano apprezzare non solo ciò che abbiamo saputo fare noi di Arcadia in questi dieci anni di attività, ma anche le incomparabili bellezze del nostro territorio: un paradiso che potrebbe fare del turismo nautico e dell’indotto che attorno alla nautica gira una forza trainante dell’economia locale”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero