Le Mans, 18a ora: la Toyota si arrende nella notte, la regina Audi al comando

L'Audi R18 e-tron numero 2, l'auto più veloce della 24 Ore di Le Mans
LA MANS - La notte porta la catastrofe e la Toyota numero 7, che stava dominando la 82ma edizione della 24 Ore di Le Mans, rompe lasciando di nuovo sull’asfalto del circuito...

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LA MANS - La notte porta la catastrofe e la Toyota numero 7, che stava dominando la 82ma edizione della 24 Ore di Le Mans, rompe lasciando di nuovo sull’asfalto del circuito francese un’occasione memorabile per il costruttore giapponese.


LA MANS - La notte porta la catastrofe e la Toyota numero 7, che stava dominando la 82ma edizione della 24 Ore di Le Mans, rompe lasciando di nuovo sull’asfalto del circuito francese un’occasione
L’incubo si concretizza poco dopo le 5 del mattino quando Nakajima parcheggia nei pressi della curva Arnage e scendendo dalla sua TS040 chiarisce subito che si tratta di qualcosa di serio. La colpa stavolta è di un cablaggio che ha causato un guasto elettrico e dando così la possibilità alle due Audi che seguivano di prendere la testa della gara. Anche per loro i grattacapi non mancano perché già la numero 1 aveva avuto problemi al motore e i tecnici avevano dovuto sostituire un iniettore in meno di 7 minuti, ma i brividi più grandi riguardano l’altra R18 e-tron quattro alla quale viene sostituito il turbocompressore in 21 minuti.

Così la prima macchina, quella che era stata rifatta pezzo per pezzo dopo il terribile incidente di Duval, quella di Genè, chiamata in fretta e furia per sostituire il pilota francese miracolosamente uscito indenne dal terribile botto alle curve Porsche, quella guidata da un Kristensen, che ora può coltivare la speranza di vincere la sua decima Le Mans, ora conduce la gara. Dietro, a circa un giro, c’è la Porsche 918 numero 20 mentre quarta, ma a 8 giri, c’è altra Toyota. A 10 giri, ma con persistenti problemi alla pompa di benzina che l’avevano rallentata già all’inizio della gara, c’è la seconda Porsche.


Tra le LMP2 le Ligier Nissan si dividono il primo e il terzo posto, in mezzo c’è la Alpine, anch’essa motorizzata con il V8 giapponese. Tra le GTE la Ferrari di Bruni/Vilander/Fisichella ha preso il comando e sembra anche allungare sull’Aston Martin numero 97. In crisi invece le Corvette, costrette a diversi pit stop per problemi soprattutto ai freni, dopo una prima metà di gara che le aveva viste battagliare contro tutte le antagoniste. Nella categoria Am l’Aston Martin continua invece a mantenere il comando delle operazioni con un abbondante vantaggio sulle Porsche e anche sulle Ferrari. Ma come dimostra l’esperienza, neppure la macchina più forte, il pilota più veloce o il vantaggio più ampio mettono al riparo dagli imprevisti. Alla fine della gara mancano ancora ben 6 ore e mezza e nessuno può dire di essere arrivato al traguardo, tantomeno cantare vittoria. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero