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Gruppo Wagner, un video choc è stato pubblicato su Twitter dal sito indipendente di notizie bielorusso Nexta. Evgeny Nuzhin era un componente della stessa brigata russa che, catturato degli ucraini, aveva scelto di passare dalla loro parte. Atroce le immagini (che non mostriamo per la loro crudeltà) che mostrano l'esecuzione dell'uomo.
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Brigata Wagner, la vicenda nei dettagli
Un'esecuzione agghiacciante è stata mostrata dalla brigata Wagner, gruppo russo di mercenari che combatte la guerra all'Ucraina, in un video choc diffuso sul web. Nella clip si vede un uomo, identificato dai mercenari con il nome di Evgeny Nuzhin e accusato di tradimento, venire ucciso a colpi di mazza in testa.
Brigata Wagner attiva anche in Serbia
A soffiare sul fuoco delle rinnovate tensioni in Kosovo sarebbe la Russia di Vladimir Putin, alleata della Serbia nei Balcani, che secondo fonti di stampa avrebbe inviato nella regione gruppi di mercenari della famigerata formazione 'Wagner'. A riferirlo sono i media a Pristina, che riprendono notizie diffuse da organi di informazione albanesi a Tirana. Ervin Karamuco, esperto albanese di criminalità, in dichiarazioni alla tv di Tirana Abc, ha affermato che membri del gruppo 'Wagner' di recente sarebbero entrati e usciti illegalmente dal Kosovo. «C'è una realtà molto pericolosa nel conflitto in corso. E stando ai dati dei servizi di intelligence militari della Nato, si parla anche di 'Wagner'. Membri di tale formazione sono entrati e usciti illegalmente dal territorio del Kosovo, coinvolti in contrabbando di armi e cibo» - ha detto Karamuco alla tv di Tirana. A Pristina non vi sono stati commenti ufficiali su tali dichiarazioni. Lo scorso maggio il governo di Pristina ha approvato un pacchetto di misure restrittive nei confronti di 'Wagner', considerato una formazione «associata o responsabile di azioni che minano e minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina». Un gruppo, secondo Pristina, ritenuto responsabile della «violazione e abuso dei diritti umani e di attività destabilizzanti in altri paesi, tra cui Libia e Siria».
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