Usa 2020, Sanders e Biden nel “supertuesday”: stanotte il voto in 14 Stati

Usa 2020, Sanders e Biden nel “supertuesday”: stanotte il voto in 14 Stati
Milioni di americani alle urne per il Supertuesday, la tornata elettorale più importante verso le elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre. Seggi aperti in 14 stati...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Milioni di americani alle urne per il Supertuesday, la tornata elettorale più importante verso le elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre. Seggi aperti in 14 stati Usa dove si svolgono le primarie democratiche e gli elettori dovranno scegliere tra cinque candidati per la nomination: Bernie Sanders, Joe Biden, Michael Bloomberg, Elizabeth Warren. In palio 1.357 delegati, di cui 415 in California e 228 in Texas. Si vota anche in Virginia e North Carolina e in molti stati del sud come Alabama e Tennessee.


Bernie Sanders trionfa in Nevada, è sempre più lui l'anti-Trump

La sfida potrà segnare lo scontro tra le due anime, che appaiono sempre più inconciliabili, del partito: la rivoluzione del socialista Bernie Sanders, partita sin dal 2016 e poi rilanciata come forza motrice del partito che la vittoria al mid term del 2018, ed l'establishment moderato, centrista di Joe Biden, che necessariamente guarda indietro. Guarda indietro non solo e non tanto a Barack Obama - moderato centrista che però nella sua storia personale di primo presidente afroamericano riusciva a conciliare in se stesso le due anime - ma anche al partito di Bill ed Hillary Clinton. Come Terry McAuliffe, clintoniano storico, ex governatore della Virginia e super fundraiser dem, che domenica dando il suo sostegno a Biden ha detto: «non abbiamo bisogno di un rivoluzionario, abbiamo bisogno di Joe Biden alla Casa Bianca».

Usa, l'annuncio di Bloomberg: «Mi candido per battere Trump. E lo farò gratis»

E da sabato l'establishment democratico, quello che già vedeva profilarsi l'incubo di un candidato socialista che promette l'assistenza sanitaria universale, ha ricominciato a sperare che vi sia effettivamente la possibilità di mandare Biden alla Casa Bianca. La vittoria con 29 punti di vantaggio in South Carolina, ha imposto infatti l'ex vice presidente come l'unico candidato credibile dell'ala moderata, e spinto nel giro di 48 ore Pete Buttigieg, il 38enne ex sindaco dell'Indiana che dopo Iowa e New Hamsphire aveva accarezzato l'idea di essere il candidato a sorpresa di queste primarie, e Amy Klobuchar a lasciare la corsa. E dare il loro endorsement a Biden come l'unico che può battere Trump. Una mossa che potrà essere cruciale per Biden dal momento che nelle altre tappe delle primarie la presenza di diversi candidati centristi ha portato il risultato di frammentare il voto moderato, a vantaggio di Sanders, che invece sembra essersi imposto sull'altra candidata liberal, Elizabeth Warren, per il controllo del voto di sinistra. Per il 77enne candidato si è schierato anche Pete O'Rourke, l'altro millennial che per alcuni mesi ha sperato, come Buttigieg, di essere l'Obama di questo ciclo elettorale, lasciando però poi la corsa prima che iniziasse, salendo sul palco insieme all'ex vice presidente ieri notte in Texas, dove oggi c'è il secondo bottino più ricco, dopo la California, di delegati. 

  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero