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Il presidente dell'Ungheria Jànos Ader, dopo aver incontrato a lungo Sergio Mattarella al Quirinale è andato a pregare riservatamente a Subiaco, tra i monti a est di Roma, nella grotta del Monastero di San Benedetto da Norcia dove il Santo si ritirò in meditazione per tre anni. Il politico magiaro a volte è stato, pur sostanzialmente supportandola, su una linea diversa da quella di Viktor Orban, primo ministro a Budapest, che il 12 settembre ha incontrato Papa Bergoglio nella capitale magiara e tra i due ci sono state anche frizioni. La visita al Sacro Speco è stata una sorpresa: Ader, cristiano, di confessione cattolica, in carica dal 2012 è il più longevo Presidente della Repubblica in carica dopo l'uscita dell'Ungheria dall'orbita sovietico-comunista. Con la moglie e l’ambasciatore ungherese, Ádám Zoltán Kovács, hanno pregato nel luogo simbolo del monachesimo benedettino, dove il Santo di Norcia attorno al 500 dopo Cristo meditò la regola “Ora et Labora”.
Prima, dunque, l’incontro a Roma con il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, poi la "corsa" in auto verso la spiritualità dei Monasteri benedettini nella Valle dell'Aniene, per raccogliersi nella grotta del Santo. L'Ungheria, repubblica parlamentare, fa parte dell'Unione Europea e dell'Alleanza Atlantica (Nato).
«Ader è molto credente – dice Dom Maurizio, il monaco benedettino che lo ha accolto – ed è legatissimo ai benedettini ungheresi: così ha fortemente voluto pregare al Sacro Speco che non aveva mai visitato. E’ rimasto incantato dalla bellezza del posto, c’è stata anche una visita guidata e dopo la preghiera ho impartito al presidente e alla consorte la benedizione invocando la protezione di San Benedetto per loro e per tutto il popolo ungherese». Prima di arrivare a Subiaco il presidente Janos Ader è andato anche nella vicina Olevano Romano per una breve visita. Dal 1984, Áder è sposato con Anita Herczegh, un giudice. I due hanno tre figlie, Orsolya, Borbála, Júlia e un figlio. Nello scorso aprile hanno dato vita a una fondazione di benneficenza che assiste finanziariamente i bambini che hanno perso i genitori a causa dell'epidemia di Coronavirus.
L’Ungheria, secondo un rapporto dell'organizzazione di orgine francese "Reporter senza frontiere" (Rsf), è all'87° posto nella classifica annuale che valuta 180 Paesi, in base a vari canoni, sulla libertà di stampa. Durante una missione a Budapest, alcune associazioni, tra cui Rsf, da sempre critica sulla svolta ritenuta sovranista e ultra-conservatrice di Viktor Orban, hanno "stigmatizzato" la situazione, parlando di «concentrazioni di proprietà negli organi di informazione», descritti «nelle mani del governo o direttamente o attraverso investitori allineati». I media filo-establishment, stando al rapporto, avrebbero «il monopolio» dei quotidiani cartacei, della radio e del settore televisivo. Molto più bilanciato appare, per stessa ammissione dei critici, il mondo dell'informazione on-line via internet utilizzato dalle giovani generazioni e dai settori tecnologicamente più evoluti.
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