OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Ucraini deportati in Russia: l'arcivescovo di Kiev rievoca gli orrori stalinisti. «Le persone vengono deportate in Russia con la forza, i loro passaporti vengono confiscati, gli vengono rilasciati documenti temporanei e le persone vengono portate nell'isola di Sakhalin, nell'estremo oriente della Russia, e non sono autorizzati a lasciare quel luogo di esilio per due anni. Vediamo esattamente quello che accadeva durante il periodo di Stalin quando intere nazioni furono deportate dalle loro terre: la stessa cosa sta accadendo oggi sul suolo ucraino».
Dov'è l'isola di Sakhalin? Nell'estremo oriente russo, nell'oceano Pacifico settentrionale.
Ucraina, oltre duemila bambini rapiti e portati in Russia: la denuncia dell'ambasciata Usa a Kiev
Lo denuncia l' arcivescovo di Kiev Sviatoslav Shevchuk nel trentaquattresimo giorno «di questa terribile e sanguinosa guerra che l'esercito russo ha portato nelle pacifiche terre della nostra patria, l'Ucraina». Nel quotidiano videomessaggio, l' arcivescovo di Kiev denuncia l'impossibilità di aprire corridoi umanitari: «Oggi, la città di Mariupol, divenuta famosa in tutto il mondo, continua a difendersi. In essa, però, in questi giorni non è stato possibile consegnare nessun aiuto umanitario. Nella giornata di ieri non è stato aperto alcun corridoio umanitario, il che significa che molte persone nelle città e nei villaggi circostanti non avevano niente da mangiare, morendo di fame, e non solo per i proiettili dell'invasore».
Quindi il nuovo appello a schierarsi a favore dell'Ucraina: «Invito il mondo intero a schierarsi in difesa del nostro popolo ucraino nel modo in cui è possibile, affinché gli ucraini possano vivere nella loro terra natale e nessuno li possa rendere schiavi come lo è stato per secoli. Oggi continuiamo anche il nostro cammino spirituale quaresimale.
Ucraina, gli occhi tristi dei fratellini a Castel Gandolfo: «Non chiedono della madre»
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero