NEW YORK – Era nell’aria. Da tempo si sapeva che Donald Trump era entrato in rotta di collisione con il suo consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton. E ora...
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L’annuncio del licenziamento è arrivato con uno dei soliti tweet di Trump: “Ho chiesto le dimissioni a John, e lui le ha presentate prontamente” ha scritto il presidente. Il testo del messaggio era abbastanza duro: “Sono stato in forte disaccordo con molti dei suoi suggerimenti, e così anche altri nell’Amministrazione”. Non esattamente un addio affettuoso.
I punti di «disaccordo» tra il presidente Usa e Bolton, riporta la stampa Usa, riguardavano i dossier di politica estera più scottanti: Iran, Corea del Nord e Afghanistan. In particolare, le aperture diplomatiche che Trump sta facendo nei confronti di Teheran e Pyongyang hanno trovato l'opposizione di Bolton, che ha sempre ritenuto l'Iran e la Corea del Nord degli interlocutori inaffidabili.
Secondo la Cnn «John Bolton e il presidente Donald Trump hanno avuto un'accesa discussione ieri sera sul piano del presidente di ospitare i leader talebani a Camp David». Non è chiaro se la discussione si sia svolta di persona o al telefono.
Bolton ha risposto al messaggio del presidente con un suo tweet in cui ha sostenuto di aver offerto le proprie dimissioni la sera prima, ma davanti alla sua proposta il presidente gli aveva detto: “Parliamone domani“. Secondo Bolton quindi si tratta di dimissioni, secondo Trump si tratta di licenziamento.
Il vice di John Bolton, Charlie Kupperman, è stato nominato consigliere per la sicurezza nazionale dell'amministrazione Washington ad interim. Lo riporta NBCNews.
Bolton è stato il terzo consigliere per la sicurezza nazionale di Trump. Ha preso il posto di HR McMaster nell’aprile del 2018. Aveva guà fama di essere un intransigente, e nell’Amministrazione di George Bush junior era stato indicato come “il più falco dei falchi” per aver spinto senza sosta a favore della guerra contro l’Iraq.
Ultimamente era apparso evidente che Donald Trump lo aveva messo da parte, tra gli altri motivi perché avrebbe voluto aprire un negoziato con l’Iran, contro il parere di Bolton, che invece sarebbe favorevole a ricorrere alle armi contro il regime dei mullah.
Il Messaggero