Elisabetta, pronto il piano di fuga in caso di divorzio "hard" dall'Ue

Ciò che non poterono i bombardamenti nazisti su Londra, potrebbe (forse) la Brexit. Secondo due giornali domenicali britannici nel caso di un divorzio dall'Ue senza...

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Ciò che non poterono i bombardamenti nazisti su Londra, potrebbe (forse) la Brexit. Secondo due giornali domenicali britannici nel caso di un divorzio dall'Ue senza accordo e conseguenti disordini, sarebbe pronto un piano per mettere al sicuro la regina e la famiglia reale portandoli in una località segreta lontana dalla capitale. Il piano per l'evacuazione dei reali, che sotto la minaccia della Luftwaffe durante la Seconda Guerra Mondiale non vollero mai allontanarsi più in là di Windsor Castle, esiste in realtà dai tempi della Guerra Fredda. Fu messo a punto, con il nome di 'Operation Candid', dopo la crisi dei missili a Cuba per fronteggiare la minaccia di un attacco nucleare dell'Unione sovietica.


Di recente, secondo quanto ha rivelato una fonte al Sunday Times, sarebbe stato rispolverato in vista di eventuali scenari catastrofici post-Brexit. Interpellato dall'altro quotidiano che scrive oggi dell'operazione, il Mail on Sunday, il falco brexiteer Jacob Rees-Mogg ha minimizzato definendola una «fantasia inventata da qualcuno che ha visto troppi film sulla guerra del Vietnam». Ma è chiaro che il timore del 'no-deal' cresce. Gli stessi due domenicali scrivono anche di un altro piano segreto elaborato nelle ultime settimane dai funzionari di Downing street: quello per tenere elezioni anticipate il 6 giugno. Un'ipotesi seccamente smentita dal governo. «È falsa al 100%», ha fatto sapere una portavoce poche ore dopo la diffusione della notizia. «È l'ultima cosa che vogliamo, la gente non ce lo perdonerebbe mai», ha dichiarato il ministro degli Interni Sajid Javid ad un programma della Bbc.

Dalle colonne del quotidiano conservatore Daily Telegraph, invece, in vista del suo ritorno a Bruxelles Theresa May prova a suonare la carica per l'ultima «battaglia per la Gran Bretagna». «Lotterò per la Gran Bretagna e per l'Irlanda del Nord, sarò armata di un nuovo mandato, nuove idee e una rinnovata determinazione a trovare una soluzione pragmatica che realizzi la Brexit per la quale ha votato il popolo britannico assicurandomi che non ci sia un confine rigido tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda», scrive la premier ostentando ottimismo - «sono determinata a chiudere tutto in tempo», cioè entro il 29 marzo - e la convinzione di poter ottenere qualche concessione dall'Unione europea sul tanto discusso meccanismo di backstop. Quindi l'appello al suo rivale, il leader laburista Jeremy Corbyn, a collaborare «anche se non ha votato con noi».


Intanto una nuova tegola si è abbattuta su Downing Street. La Nissan ha deciso di non produrre più in Gran Bretagna il suo suv X-Trail. L'annuncio ufficiale è previsto per domani ma la notizia trapela da una mail inviata ai dipendenti. Il colosso giapponese dell'auto aveva annunciato l'avvio della produzione del suv nel Regno Unito quattro mesi dopo il referendum sulla Brexit, una mossa che era stata vista con ottimismo dal mondo dell'industria e della finanza britanniche. Adesso Downing Street dovrà fare i conti con una nuova defezione pesante dopo quelle di Dyson e Sony.
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Il Messaggero