Mentre salutavano la figlia che usciva per andare a scuola Damon DeFreeze e Donnesha Cooper non potevano sapere che non l'avrebbero più rivista viva. Perché...
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Racconto choc di una 23enne: «Io, violentata da due uomini». Marocchino arrestato
Era il gennaio 2017. Ora, esattamente a due anni di distanza, i genitori di Alianna hanno citato in giudizio l'assassino, la municipalità di Cleveland e in principal modo la scuola, la Prep & Village Prep Woodland Hills Breakthrough School, accusandola di non aver avvertito la famiglia, come sarebbe stato suo dovere, che la ragazzina risultava assente alle lezioni. «Tra l'altro - dicono - un'assenza a scuola per lei era un evento rarissimo e noi non avevamo avvisato che non si sarebbe presentata: avrebbero dovuto capire immediatamente che qualcosa non quadrava e chiamarci, tanto più che sapevano benissimo della sua disabilità». Quella telefonata, invece, non partì mai e i DeFreeze sono oggi convinti che se l'allarme fosse stato dato immediatamente Alianna avrebbe potuto essere salvata. «È risaputo - dicono - che le prime ore dopo la scomparsa di una persona sono quelle decisive per sperare di trovarla prima che le venga fatto del male o venga uccisa. Quelle ore di "buco", invece, hanno fatto sì che le ricerche della polizia venissero avviate con enorme ritardo. Le ultime ore di vita di nostra figlia sono trascorse tra dolori e paure impensabili: una telefonata avrebbe potuto evitare questo orrore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero