Mariam, 18enne di Ostia uccisa a Nottingham: confessano le sei ragazze indagate

Una nuova svolta nelle indagini per la morte di Mariam Moustafa, la 18enne italo-egiziana cresciuta a Ostia e uccisa dopo essere stata aggredita...

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Una nuova svolta nelle indagini per la morte di Mariam Moustafa, la 18enne italo-egiziana cresciuta a Ostia e uccisa dopo essere stata aggredita da un gruppo di almeno sei ragazze a Nottingham, dove era giunta per studiare ingegneria. La sua giovane vita si era bruscamente interrotta nel marzo dell'anno scorso, dopo un'agonia di circa un mese in seguito alla brutale aggressione subita all'uscita di un centro commerciale.


Mariam, 18enne uccisa dalle bulle a Londra: confessano due delle sei ragazze arrestate
 
Come riporta Metro.co.uk, tutte le sei giovani indagate per la morte di Mariam Moustafa avrebbero confessato di aver partecipato, a vario titolo, all'aggressione. In precedenza, solo due delle indagate avevano ammesso le proprie colpe. Secondo quanto ricostruito dagli inqurienti britannici, il gruppo di ragazze aveva preso di mira Mariam, riservandole insulti razzisti e minacce prima di passare all'azione con l'aggressione che ha causato nella ragazza cresciuta a Ostia un malore che poi si è rivelato fatale. Proprio perché la morte era giunta in seguito ad un malore, le sei ragazze imputate, per la giustizia britannica, non sono accusate di omicidio, ma semplicemente di rissa e aggressione.
 
Le ragazze imputate hanno un'età compresa tra i 16 e i 19 anni. Le indagini proseguono, ma la notizia non è stata accolta con sollievo da Mohamed Moustafa. Il papà di Mariam, infatti, è furioso e amareggiato: «Nessuno ci ha informato della confessione di tutte le ragazze, questa è l'ennesima mancanza di rispetto nei confronti della nostra famiglia. La giustizia britannica sta fallendo con il caso di nostra figlia, lo dimostra anche il fatto che non sappiamo nulla delle varie udienze e apprendiamo tutto solo dopo, dai giornali inglesi. Finora abbiamo visto solo errori e negligenze». Intanto, le ragazze, dopo le prime udienze, saranno chiamate a comparire davanti al giudice per il processo, ma la data non è ancora stata fissata ufficialmente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero