Un podcast grazia due amici, liberi dopo 25 anni di carcere. «Non hanno ucciso l'amico di scuola, ecco le prove»

Una psicologa e un avvocato hanno lavorato un anno per ricostruire il caso: non sono due killer

Un podcast grazia due amici, liberi dopo 25 anni di carcere. «Non hanno ucciso l'amico di scuola, ecco le prove»
NEW YORK Quando Cain Joshua Storey e Darrell Lee Clark entrarono in prigione nel 1998 il presidente degli Usa era Bill Clinton e il film più visto era Titanic. Appena...

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NEW YORK Quando Cain Joshua Storey e Darrell Lee Clark entrarono in prigione nel 1998 il presidente degli Usa era Bill Clinton e il film più visto era Titanic. Appena 17enni, i due ragazzi venivano condannati all'ergastolo per l'omicidio del loro amico di scuola, Brian Bowling, di 15 anni. Inutilmente avevano ripetuto di essere innocenti, la polizia non sentì ragioni. Ventiquattro anni più tardi, in un mondo completamente diverso da quello della loro gioventù, i due tornano liberi, e la legge riconosce la loro innocenza. A salvarli è stato un podcast, Proof, le cui due conduttrici hanno lavorato per un anno a indagare sul caso, per poi presentare il tutto nel corso di 17 puntate che hanno fatto storia.


GLI ERRORI
Macroscopici errori procedurali coniugati a false testimonianze e malafede della polizia sono venuti alla luce con chiarezza, tanto che la stessa famiglia della vittima, che fino ad allora non aveva avuto dubbi sulla colpevolezza dei due, ha ammesso che «tutti si erano sbagliati». Le due conduttrici, la psicologa Susan Simpson e l'avvocato Jacinda Davis, hanno presentato il risultato del loro lavoro all'Innocence Project, un'organizzazione legale non a scopo di lucro che lavora per salvare chi sia finito in prigione per errore. E gli avvocati del Project hanno presentato il ricorso che si è risolto con il proscioglimento di Storey e Clark. I fatti che hanno privato i due di quasi 25 anni della loro vita avvennero nel 1996, quando Storey portò una pistola a casa di Brian Bowling, che voleva giocare alla roulette russa. Brian lo disse anche alla sua ragazza al telefono. Ma il gioco finì male.

 

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Brian morì con un colpo di pistola alla tempia e inizialmente la polizia credette a Storey, accusandolo solo di omicidio preterintenzionale. Ma poi non solo cambiò idea e incriminò Storey per omicidio premeditato, ma incluse anche Lee Clark nell'accusa, sostenendo che i due volevano vendicarsi di Brian perchè questi li aveva accusati di un furtarello. È stato il podcast che ha portato alla luce fatti strabilianti del caso, ad esempio che non fu neanche fatta una autopsia, che Clark non solo non era presente ma aveva un alibi impeccabile, e che il testimone oculare un individuo con disabilità visiva - che aveva visto Clark fuggire in realtà si riferiva a una sparatoria di venti anni prima e a un fuggitivo afro-americano (Clark è bianco). La stessa teoria della vendetta è crollata quando la testimone che l'aveva rivelata ha ammesso di aver mentito dopo che la polizia l'aveva minacciata di toglierle i bambini.
 

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Il Messaggero