I capi del Mossad, i servizi segreti israeliani, di solito non parlano. Ma questa volta Yossi Cohen ha voluto fare uno strappo alla regola. Così si è presentato alla...
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IL CASO DELLA PETROLIERA
Secondo Cohen l'Iran è responsabile degli attacchi del mese scorso a due petroliere nel Golfo di Oman. «Il dibattito su chi sia il responsabile dell’attacco è vitale», ha detto, «e posso dirvi con certezza, sulla base delle migliori fonti israeliane e occidentali, che c'è decisamente l'Iran dietro questi attacchi. In questo modo - ha proseguito - vogliono dimostrare al mondo che non hanno paura di un’escalation e che se le sanzioni non vengono rimosse o attenuate sono anche pronti a causare gravi danni al mercato petrolifero globale». Da parte sua, Teheran ha sempre contestato la ricostruzione dell’intelligence, sostenendo di non aver organizzato l’attacco nel Golfo.
IL TERRORISMO E LA SIRIA
Cohen ha anche affrontato l’emergenza terrorismo, denunciando il trasferimento di ingenti somme di denaro a organizzazioni estremiste islamiche con sede in Libano e Gaza. «L'Iran è il principale sponsor delle organizzazioni terroristiche in Libano e nella Striscia di Gaza. Secondo fonti di intelligence israeliane, negli ultimi due anni Teheran ha trasferito oltre 100 milioni di dollari a Hamas e alla Jihad islamica». Sul fronte della Siria, il capo dello spionaggio ha confermato che le «azioni visibili e quelle segrete che Israele ha preso nel corso degli ultimi quattro anni» hanno limitato il rafforzamento di Teheran nell’area. Il capo del Mossad ha anche avvertito che la pressione israeliana sulla Siria non diminuirà. Questo poche ore dopo che, secondo alcune fonti siriane, Israele (che non ha confermato) avrebbe colpito diversi obiettivi in tutta la Siria, compresa la capitale Damasco e la città centrale di Homs, uccidendo almeno 15 persone Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero