La chiamavano “la foresta”, per la quantità di legno (1.300 alberi di quercia) che era stata necessaria per costruirla e forse anche per il suo aspetto...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Già le dimensioni sono impressionanti: 100 metri di lunghezza, 10 di altezza, 40 di larghezza nel transetto. La struttura ha il compito di sorreggere una copertura in piombo dal peso totale di 210 tonnellate, ma mantenendo una pendenza particolarmente ardita (55 gradi) tipica dell'architettura gotica. Per questo le travi hanno una sezione ridotta, particolarmente leggera. Per la fabbricazione di ogni singola trave c'era voluta un'intera quercia. Le travi erano lì dal 1220, anzi una parte sono ancora più antiche, essendo state recuperate e riutilizzate dalla vecchia struttura della chiesa, fabbricata nel 1160. È stato stimato peraltro che gli alberi abbattuti avevano a loro volta almeno tre o quattro secoli di vita alle spalle, dunque si può dire che quel legno proveniva dalla Parigi del IX secolo dopo Cristo.
Più moderna, ma comunque di altissimo valore, era la struttura interna della guglia centrale, costruita con il restauro ottocentesco diretto dall'architetto Eugène Viollet-le-Duc. Le travi, in posizione – come è ovvio – ancora più verticali di quelle del tetto, avevano una dimensione ancora più imponenti. Sulla cima della guglia (la “flèche”, come la chiamano i francesi) c'era un gallo di rame che conservava al suo interno tre reliquie: una reliquia di Saint Denis, una di Santa Geneviève e un (presunto) frammento della corona di spine di Cristo. Il gallo è stato ritrovato tra le macerie miracolosamente integro, o comunque restaurabile. Non è ancora chiaro se si sono salvate anche le reliquie. In precedenza, alla fine dell'Ottocento, c'era un altro gallo, in ferro, di 80 chili di peso, la cui collocazione nell'anno 1861 costò la morte di una persona: l'operaio incaricato di arrampicarsi in cima alla guglia perse l'equilibrio durante la scalata e precipitò sul tetto della cattedrale.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero