Quando è nata, tre mesi e mezzo prima della data prevista, pesava appena 567 grammi. Entrava per intero nella mano del suo papà. Ora, 34 anni dopo, Tammy Lewis,...
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Scuote la neonata sino a ucciderla, il babysitter: «Piangeva». Condanna a 18 anni
Era estremamente prematura e aveva dei tubicini attaccati per aiutare i suoi piccoli polmoni a respirare. Anni dopo, lavora a fianco di alcuni degli stessi medici e infermieri che l'hanno salvata da bambina, come terapista di respirazione. Nel 2009,infatti ha iniziato a lavorare come terapista di respirazione proprio presso il McLane, sede di una terapia intensiva neonatale di livello quattro, che è il più alto livello di assistenza. Nel suo lavoro quotidiano, collega respiratori e tubi, proprio come quelli che l'hanno aiutata a respirare da bambina. Ha a sua volta due figli, 6 e 3 anni: nessuno dei due è per fortuna andato incontro alle sue stesse problematiche.
Due donne e un sogno da abbracciare
Mentre tratta i piccoli pazienti, porta al tempo stesso speranza alle loro famiglie, condividendo la sua storia di sopravvivenza e maternità con loro. L'ospedale l'ha inserita nella sua «Hall of Hope», una sorta di muro della speranza, dove ci sono i bambini con storie difficili che sono sopravvissuti. «Spesso i genitori hanno notizie approssimative e si percepisce che hanno bisogno di un po 'di luminosità e speranza- conclude Lewis- ci sono storie di successo e io sono uno di queste». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero