Elefanti, gazzelle, leoni ed ippopotami. Animali selvatici morti, fotografati vicino a Mark Bristow, a capo di una multinazionale mineraria, la Rangold, compagnia con fatturato...
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L'altra incogruità riguarda la partnership tra il gigante minerario Rangold e il Mali Elephant Project, che lavora per proteggere gli ultimi branchi di elefanti del deserto rimasti nel mondo. Secondo le stime più recenti sarebbero circa 415.000, gli elefanti africani rimasti in libertà e 130.000 gli ippopotami. Ma in una nota diffusa dalla compagnia Bristow al giornale inglese Telegraph, si legge che “la caccia legale è ben regolata e può fornire benefici sia per la conservazione della fauna selvatica sia per i mezzi di sostentamento delle comunità indigene che vivono con la fauna selvatica”. Di segno diverso le considerazioni di Will Travers, presidente di Born Free, associazione per la difesa della fauna selvatica, secondo cui “la caccia al trofeo non è illegale. È comunque controverso fare grandi donazioni alle organizzazioni per la conservazione e poi uccidere tesori naturali solo per divertimento”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero