Miliardario inglese al vertice di associazione animalista fotografato vicino a un Leopardo ucciso a fucilate

Miliardario inglese al vertice di associazione animalista fotografato vicino a un Leopardo ucciso a fucilate
Elefanti, gazzelle, leoni ed ippopotami. Animali selvatici morti, fotografati vicino a Mark Bristow, a capo di una multinazionale mineraria, la Rangold, compagnia con fatturato...

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Elefanti, gazzelle, leoni ed ippopotami. Animali selvatici morti, fotografati vicino a Mark Bristow, a capo di una multinazionale mineraria, la Rangold, compagnia con fatturato miliardario. Gli scatti, si riferiscono al periodo compreso tra il 2005 ed il 2014, e fanno parte di un materiale promozionale usato per Hunters & Guides Africa, tour operator specializzato in battute di caccia in Sud Africa. Le foto destano ancora più sgomento, perché Bristow, è stato anche membro del consiglio di amministrazione di Panthera, organizzazione per la conservazione del felino, minacciato dall'uomo ed in pericolo estinzione. Mentre negli anni precedenti, era proprio lui a cacciare questi animali, in diversi paesi del continente africano, tra Zimbabwe e Mozambico. E ancor di più, perché hanno prestato la loro popolarità alla causa, star del cinema come Glenn Close, co-presidente di Panthera e Jeremy Irons, oltre al celebre scrittore Wilbur Smith.


 

L'altra incogruità riguarda la partnership tra il gigante minerario Rangold e il Mali Elephant Project, che lavora per proteggere gli ultimi branchi di elefanti del deserto rimasti nel mondo. Secondo le stime più recenti sarebbero circa 415.000, gli elefanti africani rimasti in libertà e 130.000 gli ippopotami. Ma in una nota diffusa dalla compagnia Bristow al giornale inglese Telegraph, si legge che “la caccia legale è ben regolata e può fornire benefici sia per la conservazione della fauna selvatica sia per i mezzi di sostentamento delle comunità indigene che vivono con la fauna selvatica”. Di segno diverso le considerazioni di Will Travers, presidente di Born Free, associazione per la difesa della fauna selvatica, secondo cui “la caccia al trofeo non è illegale. È comunque controverso fare grandi donazioni alle organizzazioni per la conservazione e poi uccidere tesori naturali solo per divertimento”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero