Il suo obiettivo era dimostrare che la Terra fosse piatta con foto «senza trucchi». Ma non c'è riuscito e anzi ci ha rimesso la pelle: 'Mad'...
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Cape Canaveral, lanciata la sonda europea diretta verso il Sole
Terrapiattisti a Palermo da tutto il mondo. «Astronauti attori. Il sole? Vicino e piccolissimo»
Secondi duranti i quali si intravede il paracadute volare via lasciando Hughes e il suo vettore precipitare a terra a tutta velocità. «Un uomo è stato dichiarato morto dopo che il suo razzo si è schiantato nel deserto», sono state le parole laconiche dello sceriffo della contea di San Bernardino. Eccentrico, stuntman spericolato e fervente terrapiattista, Hughes lavorava al lancio da mesi: aveva infatti annunciato la sua intenzione di dimostrare una volta per tutte che la Terra è piatta lo scorso marzo, guadagnandosi fama internazionale. Il razzo con il quale è morto lo aveva costruito nel giardino di casa sua con l'aiuto di un assistente e una spesa di 18.000 dollari.
Con il vettore sperava di poter ripetere altre sue imprese, come i due lanci coronati da successo a 500 metri di altezza sempre nel deserto della California. La sua passione per i vettori fa-da-te era esplosa nel 2014: l'obiettivo che lo ossessionava allora, e che poi lo ha portato alla morte, è sempre stato quello di dimostrare con una foto dalla spazio la sua bislacca teoria. Una teoria «che è tutto per me. Voglio che la gente metta in dubbio tutto: quello che fanno i politici, quello che è accaduto durante la Guerra di Secessione, quello che è accaduto l'11 settembre», aveva detto lo stuntman nel 2018. Poi aveva ammesso: l'arte del fai-da-te comporta molti errori e «spesso con i razzi non si hanno seconde chance». Hughes di chance con i suoi ripetuti lanci ne aveva avute, fino a quest'ultimo, fatale tentativo.
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Il Messaggero