Un muezzin è stato accoltellato da un uomo mentre stava guidando la preghiera sul tappeto della Moschea Centrale di Londra, la più imponente del Regno Unito:...
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A Londra, tutto si è consumato in pochi minuti. Il luogo di culto, che si trova nell'area di Regent's Park, a poca distanza della presidiatissima residenza dell'ambasciatore americano, aveva appena visto radunarsi 2-300 persone per la preghiera detta dall'Asr, quando una di loro, presentatasi come un fedele, ha tirato fuori un coltello e si è scagliato sul muezzin, ultrasettantenne, colpendolo ripetutamente all'altezza delle spalle e al collo. L'aggressore, un bianco, secondo le immagini di filmati amatoriali rapidamente circolate sul web, è stato bloccato da altri fedeli dopo una colluttazione.
E consegnato agli agenti di polizia, giunti in forze a stretto giro mentre l'area veniva isolata. Il muezzin, caduto in una pozza di sangue, è stato soccorso e portato in ospedale da un'ambulanza: non è in pericolo di vita secondo i medici, ma «è stato ferito in modo serio ed è ora ricoverato» in un centro specializzato, come riporta la direzione della stessa London Central Mosque.
Prudenza al momento sul contesto. I detective di Scotland Yard, dopo qualche ora d'indagine, hanno fatto sapere di non ritenere che l'attacco sia «legato al terrorismo», limitandosi a confermare il fermo per tentato omicidio. Ma resta da capire se possa essersi trattato di un raptus o di altro. L'aggressore, di cui non è ancora stata resa nota l'identità, è un bianco. Vi sono tuttavia versioni discordanti sul suo profilo: alcuni testimoni come Abi Watik, 59 anni, lo ricordano come un frequentatore abituale della moschea da sei mesi; altri come una presenza saltuaria. Abi Watik si è detto «scioccato per quanto accaduto».
La furia dell'attacco, condotto a quanto pare in silenzio, si è scatenata subito dopo l'inizio della preghiera. Ayaz Ahmad, uno dei responsabili della moschea, ne ha sottolineato la violenza: «Le ferite - ha detto - sarebbero state di sicuro mortali» se l'autore del crimine, piazzatosi proprio alle spalle del muezzin per il rito, «non fosse stato fermato e immobilizzato subito da noi fedeli. Boris Johnson, al pari di altri esponenti politici di governo e opposizione, s'è affrettato a condannare l'orribile attacco in un luogo di preghiera, assicurando che i suoi pensieri sono con la vittima e con la sua comunità.
Ma tra i musulmani c'è chi non dimentica le polemiche su certe vecchie battute del premier Tory, destinate secondo i critici a strizzare l'occhio ad atteggiamenti di islamofobia: in crescita nel Regno, dai pregiudizi più diffusi alle manifestazioni più aggressive dell'estrema destra, capaci talora d'incrociarsi con deliri di vendetta in coincidenza con attentati di matrice jihadista o con azioni cruente di lupi solitari come quelle avvenute di recente a London Bridge e alla periferia sud della capitale.
I detective chiamati a investigare sull'accoltellamento del muezzin della moschea londinese di Regent's Park, avvenuto all'inizio della preghiera islamica del giovedì pomeriggio, non ritengono al momento che l'episodio «sia legato al terrorismo». Lo riferisce Scotland Yard sul suo profilo Twitter, sulla base degli iniziali accertamenti d'indagine.
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Il Messaggero