Sono ben tre le inchieste aperte sul suicidio in carcere del finanziere pedofilo Jeffrey Epstein. Ma intanto sui social media le teorie complottistiche hanno preso il volo,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Jeffrey Epstein, sotto accusa anche il principe Andrea figlio della regina Elisabetta: «Abusò di una minorenne»
LE AMICIZIE
La destra estrema si è subito tuffata ad insinuare che l’ex presidente Bill Clinton, nel passato amico di Epstein, avesse avuto un ruolo in questa decisione, e Trump ha ritwittato il messaggio «Jeffrey Epstein aveva informazioni su Bill Clinton e ora è morto». L’ex presidente ha reagito insinuando che Trump è impazzito. Ma la verità è che Jeffrey Epstein aveva informazioni su centinaia di esponenti dell’alta società americana, e lo stesso Donald Trump gli era stato amico proprio negli anni in cui era amico di Clinton. È stato il sindaco di New York Bill De Blasio a dare voce alla universale curiosità esclamando: «Molti di noi si chiedono che cosa sapesse, e quanti milionari e miliardari fossero coinvolti nelle sue attività illegali». Le tre inchieste aperte sulla morte – una dell’Fbi, una dell’Ufficio Ispezioni interne del Dipartimento della giustizia e una del medico legale di New York - punteranno probabilmente il dito sulle colpe di qualche amministratore del famoso carcere, ma intanto il procuratore distrettuale di Manhattan ha assicurato che l’inchiesta sui crimini del finanziere non si conclude. Il giro che aveva creato era infatti complesso e vasto, e, secondo le testimonianze delle stesse ragazze che hanno rivelato gli abusi, era gestito da varie persone, inclusa l’ex girlfriend del finanziere, l’ereditiera britannica Ghislaine Maxwell. Dunque se Epstein è morto, le indagini proseguono.
LE VITTIME
Decine di donne che sono state sue vittime da giovanissime hanno tuttavia espresso disappunto davanti al suo suicidio, perché toglie loro «la possibilità di guardarlo in faccia in tribunale», come ha espresso Jennifer Araoz, che sarebbe stata “reclutata” quando aveva solo 15 anni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero