OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
L'esercito russo nei combattimenti in Ucraina sta usando anche proiettili di produzione occidentale, soprattutto degli Stati Uniti. Lo rivela una inchiesta di Politico che spiega nel dettaglio come viene aggirato l'embargo. Il proprietario del potente gruppo di mercenari privati, Yevgeny Prigozhin, contattato dai giornalisti di Politico, risponde spavaldo: «Abbiamo un'enorme quantità di munizioni Nato prese all'esercito ucraino».
Ma la spiegazione è molto parziale e in realtà il meccanismo è molto più complesso. L'inchiesta parte dalla dichiarazioni di un cecchino della Wagner, che in un video diffuso su Telegram decanta le qualità del fucile di fabbricazione russa Orsis T-5000 ma aggiunge: «Utilizziamo munizioni calibro .338 occidentali. Funziona molto bene. Può penetrare la copertura leggera se il nemico è dietro di esso. E, all'aperto, può colpire il nemico a una distanza massima di 1.500 metri». Si chiede il reportage di Politico: come è possibile che la Wagner usi proiettili occidentali?
L'inchiesta
Prigozhin dice che sono quelle prese agli ucraini, ma da una indagine risulta che l' Orsis T-5000 è prodotto da una società con sede a Mosca chiamata Promtekhnologiya, azienda sanzionata dagli Usa.
Steve Hornady, CEO dell'azienda americana Hornady, nega di aver venduto munizioni alla Russia in tempo di guerra: «Nell'istante in cui ha invaso l'Ucraina, abbiamo cessato di farlo». Aggiunge però Politico: «"Descrivere le munizioni di livello militare come per la caccia o per uso sportivo, come fanno i documenti, equivale a uno stratagemma sottilmente velato per eludere sanzioni "intelligenti" mirate volte ad affamare l'esercito russo dei mezzi per combattere la guerra", ha detto l'analista della difesa Maria Shagina».
Non solo: sui siti di commercio on line di armi in Russia si scopre che le munizioni dell'americana Hornady o i suoi componenti «sono liberamente disponibili, insieme ad altri equipaggiamenti militari stranieri di fascia alta». Dai documenti doganali risulta che altre munizioni sono arrivate in Russia anche da paesi europei come Finlandia e Germania.
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero