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L'orrore di Bucha è un pozzo di dolore senza fine. Quello che è successo nella città della regione di Kiev resterà come una ferita indelebile nella storia dell'Ucraina. Chi è riuscito a mettersi in salvo, ora sta provando (a fatica) a tornare alla sua vita precedente all'invasione russa. Tra questi, c'è la famiglia di Tatiana Monko, violinista di successo. Il rientro a casa però, non è stato piacevole. «La porta del nostro appartamento è stata sfondata, tutto era sparpagliato nell'appartamento, molte cose sono state danneggiate e saccheggiate», ha raccontato a Vice News. I russi avevano vissuto nel loro appartamento, mentre erano via.
Bucha, russi senza pietà
Stranamente, nonostante i saccheggi, il pianoforte dei bambini non era stato danneggiato. I premi della figlia Darinka, disposti sopra allo strumento, c'erano ancora tutti anche se posizionati diversamente. E quando la bambina ha provato a suonare il piano, si è resa conto che alcuni tasti non si potevano schiacciare. «Abbiamo chiamato alcuni specialisti, che ci hanno fatto uscire di casa per ispezionare lo strumento. Quando sono usciti, ci hanno riferito che una granata era stata inserita all'interno», il racconto della madre.
«Sento che l'attenzione alla guerra e l'assistenza agli ucraini si sono indebolite. Voglio che il mondo intero sappia cosa fanno questi mascalzoni. La mia Darinka canta, recita poesie, ma dovrebbe ricordare Bucha e la vita felice che i russi le hanno rovinato, è triste e non riesce nemmeno a parlarne, piange», racconta disperata Tatiana, che ha deciso di chiamare la stampa per diffondere la sua storia.
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Il Messaggero