Elezioni Spagna, i populisti di Vox in Parlamento: «Ora siamo nella storia»

Chi si aspetta vessilli nostalgici e paccottiglia franchista nel covo di Vox a Madrid è destinato a rimanere deluso. La sede della formazione che ha riportato...

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Chi si aspetta vessilli nostalgici e paccottiglia franchista nel covo di Vox a Madrid è destinato a rimanere deluso. La sede della formazione che ha riportato l'ultradestra in Parlamento da dove era assente dal 1982 è in un quartiere bene della capitale spagnola, al piano terra di una palazzina signorile, un grande poster con la scritta in verde Vox e la bandiera spagnola in un'immagine che occupa un intero lato della costruzione. Così come diverse bandiere gialle e rosse compaiono alle finestre e ai balconi nella zona.


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E forse è questa la chiave per comprendere l'ascesa storica di Vox, «la difesa della Spagna come nazione» di fronte allo spauracchio dei secessionisti catalani e non solo. Ne è convinto Fernando Josè, un ultrasessantenne che esce dalla sede con sottobraccio quello che sembra un patinato depliant illustrativo. «Con mia moglie siamo simpatizzanti, non parte del partito», spiega, dicendo che per loro il riferimento in passato è stato il Partido Popular, ma che adesso vedono in Vox «un partito che ha come obiettivo servire il popolo». Cocente la delusione nei confronti del Pp, fino a dire che se si è a questo punto, «se sono nati partiti come Podemos, Ciudadanos e anche Vox» è proprio colpa dei popolari. È Vox adesso a offrire loro quella che ritengono una prospettiva indispensabile: «L'unità nazionale». Ma anche la difesa della sovranità. Da Bruxelles per esempio: «Non vogliamo uscire dall'Ue, ma la Spagna deve essere padrona di se stessa».

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Gli estremisti, secondo Fernando Josè, sono altri. Si respira allora ottimismo ed entusiasmo fra i militanti nel giorno di un risultato storico. Una consapevolezza che fa dire al leader di Vox, Santiago Abascal, fin dalla mattina al seggio in cui ha votato che queste elezioni sono state «storiche», con «milioni di spagnoli andati a votare con speranza e senza paura». L'ambizione di Santiago (i militanti lo chiamano solo per nome) da qualche giorno ha trovato ulteriore fondamento nell'apertura dichiarata a conclusione nelle ultime battute della campagna elettorale dal leader del Partido Popular, Pablo Casado, di includere Vox, insieme con Ciudadanos, in un'ipotetica coalizione di governo. E ciò rassicura molti, anche nel quartiere di Salamanca, centrale ed elegante, bei viali alberati e le boutique con tutte le griffe più note, dove le signore ben vestite lo ricordano senza indugiare: «Qui si vota Pp o Vox». Antonio è molto giovane ma con le idee chiare: «Avranno un ruolo di appoggio, certo non la maggioranza, per cui chi teme per alcune delle posizioni più estreme del partito può stare tranquillo».


Lui ha votato Vox per il cambiamento: «Soprattutto per portare un pò di serietà in questo Paese - dice - ci sono stati troppi politici corrotti o che non hanno fatto il bene dei cittadini. Io credo che con Vox questo cambierà e la gente si sentirà orgogliosa, della Spagna e della politica». Con Laura, la fidanzata, vengono dal sud del Paese e guardano all'esperienza in Andalusia - dove adesso governa il centrodestra con l'appoggio esterno di Vox - con ottimismo: «L'Andalusia era arretratissima. Sono passati pochi mesi per poter fare bilanci ma credo che le cose cambieranno». Cosa dire allora a chi teme questa ascesa di Vox e ha paura delle posizioni radicali o estreme? «Come dice Santiago: votare con paura vuol dire votare per una destretta codarda come quella del Pp, votare senza paura è votare Vox»
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Il Messaggero