Vittoria del Partito Socialista e del blocco di sinistra, crollo del Partito Popolare. È il verdetto che si delinea in Spagna a urne chiuse e dopo lo scrutinio del 78% dei...
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Elezioni Spagna, chi è Pedro Sanchez: il socialista tenace per fermare la destra
Quel che è certo è che ci vorrà una coalizione per andare alla Moncloa. In un Paese dominato finora da un bipartitismo perfetto, almeno al governo, la novità è dettata dalla profonda crisi che ha attraversato il sistema politico spagnolo, fiaccato dagli scandali di corruzione che hanno travolto il Partido Popular determinando meno di un anno fa la caduta del governo guidato dal popolare Mariano Rajoy ma anche dall'esplosione della questione catalana, che ha radicalizzato il dibattito pubblico.
La formazione guidata da Santiago Abascal ha evidentemente fatto centro fra chi era alla ricerca di un messaggio forte per la difesa dell'unità del Paese. Anche a dispetto dei timori che alcune posizioni radicali di Vox pure sollevano. «Una volta in parlamento, smusseranno i toni», osservano in molti in queste ore.
A sinistra Podemos è quotato al 16,1 (42-45 seggi). Assieme avrebbero quindi al massimo 166 seggi. Con il 17,8% (69-73 seggi), il Partido popular del giovane Pablo Casado raccoglie invece il peggior risultato della sua storia, mentre i liberali di Ciudadanos sarebbero al 14,4% (48-49 seggi) e l'ultradestra di Vox al 12,1% (36-38 seggi). Al momento nessuna delle due possibili coalizioni ha quindi la maggioranza assoluta di 176 seggi. E a fare la differenza potrebbero essere ancora una volta gli indipendentisti catalani.
Proprio in Catalogna tra l'altro gli elettori sembrano aver voltato le spalle all'ex presidente Carles Puigdemont, attualmente in esilio in Belgio: al suo Junts pel Catalunya, i catalani hanno preferito la sinistra repubblicana di Erc, più dialogante con Madrid, che è guidata da Oriol Junqueras, in carcere con l'accusa di dichiarazione illegale di indipendenza dopo il referendum del 2017. In base ai primi dati, il partito di Junqueras otterrebbe 13-14 seggi nel nuovo parlamento spagnolo, rispetto ai 5 di Puidgemont.
«Abbiamo mandato un messaggio all'Europa e al resto del mondo. Si può vincere l'autoritarismo e l'involuzione», ha detto il leader socialista spagnolo Pedro Sanchez nel discorso della vittoria elettorale. Poi ha aggiunto: «Formeremo un governo pro europeo». La folla ha intanto scandito fra l'altro «Sì, se puede» lo slogan che richiama quello che fu di Barack Obama candidato presidente Usa: «Yes, we can». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero