Coronavirus, Trump: «Ci saranno molti morti», ma non vuole la serrata, tensione con Berlino

NEW YORK «Un atto di moderna pirateria internazionale. Un’azione inumana e inaccettabile». Non lesina gli insulti il ministro degli interni tedesco Andreas...

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NEW YORK «Un atto di moderna pirateria internazionale. Un’azione inumana e inaccettabile». Non lesina gli insulti il ministro degli interni tedesco Andreas Geisel nell’esprimere la sua rabbia nei confronti di Donald Trump. Un carico di 200.000 mascherine sanitarie di tipo n95 dirette verso la Germania sono state bloccate dagli Stati Uniti nell’aeroporto di Bangkok.


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 Le attrezzature erano state prodotte in Cina dalla ditta statunitense 3M, la quale negli ultimi giorni è entrata nel mirino della Casa Bianca. Trump non sopporta l’idea che le aziende di bandiera possano produrre e distribuire materiale vitale per la lotta contro il coronavirus in paesi diversi dagli Usa.

LE TRATTATIVE
Non è la prima volta che Germania e Stati Uniti vengono ai ferri corti in tempo di pandemia. All’inizio di marzo il governo tedesco ha bloccato le trattative in corso presso l’azienda del Baden Wurttenberg Cure Vac e la Casa Bianca, dopo che la stessa società aveva licenziato l’amministratore delegato statunitense Daniel Manichella. Trump aveva offerto alla Cure Vac una “somma ingente” di denaro per assicurarsi l’esclusiva sul brevetto di un vaccino contro il Covid 19 al quale gli scienziati del laboratorio farmaceutico stanno lavorando. Il fondatore della Cure Vac Ingmarr Hoerr ha ripreso in mano le redini e ha promesso che una volta sviluppato, il vaccino sarà condiviso con tutto il resto del mondo. L’azienda è una delle poche rimaste in tempo di delocalizzazione a dedicarsi alla fabbricazione dei tessuti sanitari, e tutti i paesi del mondo competono tra loro per aggiudicarsi parte delle stesse forniture. Trump considera invece il prodotto una sorta di risorsa bellica nazionale, e preferisce elargirla direttamente dalla Casa Bianca, come ha fatto venerdì sera, quando ha promesso che l’eventuale eccesso di produzione sarà spedito ai paesi che più ne hanno bisogno come l’Italia e la Spagna.

All’incontro quotidiano con la stampa della task force anticoronavirus della Casa Bianca il presidente Usa ha detto: «Ci saranno molti morti nelle prossime settimane. Ma ci sarebbero stati molti più morti se non avessimo fatto tutto ciò che abbiamo fatto». Poi, dopo aver affermato che la diffusione di «fake news fa male al nostro Paese e al mondo», ha annunciato il dispiegamento a New York di mille militari e ha detto che la lettera con la quale il comandante della portaerei Roosevelt, poi rimosso, denunciava lo stato di emergenza a bordo a causa di un centinaio di marinai contagiati dal Covid-19 è stata «inappropriata». Infine ha detto: «Dobbiamo tornare al lavoro, riaprire il Paese» una volta terminata l’emergenza. «Questo Paese non è fatto per questo». E dopo che Pence ha invitato a «pregare per la salute del personale sanitario», ha affermato: «Potrei guardare la messa della domenica di Pasqua sul mio laptop».

L’EPIDEMIOLOGO

Intanto le mascherine, o meglio la loro scarsa disponibilità restano al centro delle polemiche negli Stati Uniti. L’esperto epidemiologo della task force Anthony Fauci ne ha raccomandato l’uso a chiunque esce di casa, nel sospetto che il virus oltre che nelle forma liquida della saliva, possa trasmettersi nell’aria. Trump, nell’annunciare la notizia ha trovato il modo di confondere il messaggio, quando ha detto che lui in realtà non è disposto a raccogliere tale ordine, e che sceglierà di non indossarle. I due non sono d’accordo tra loro nemmeno sulla strategia di contenimento da seguire: Fauci chiede che il lockdown già vigente in alcune aree degli Usa sia esteso all’intero paese. Trump frena, convinto che l’emergenza riguardi solo i centri di alcune città, e ha detto che preferisce che siano i singoli governatori a decidere per i propri stati.



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Il Messaggero