Le autorità di Belgrado hanno nuovamente invitato oggi i serbi che vivono e lavorano all'estero a non tornare in patria per non contribuire al contagio del coronavirus...
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Coronavirus, Merkel parla alla nazione: «Evitare collasso ospedali». Ipotesi "quarantena" oltre il 3 aprile in Italia
«La nostra preghiera è che restiate nei Paesi dove risiedete, poichè in Serbia è necessario mettersi in isolamento per 14 o 28 giorni ed è difficile controllare i movimenti. E in ogni caso il nostro sistema sanitario è già sotto forte pressione», ha affermato Brnabic che ha parlato di un numero «incredibile» di ritorni in patria.
Restare nei Paesi dove vivete e dove il sistema sanitario è più forte e ricco sarebbe un atto di «patriottismo», ha aggiunto, sottolineando come attualmente in Serbia vi sono forti restrizioni, con gli ultra 65enni che non possono uscire di casa, e il coprifuoco notturno dalle 20 alle 5. La premier non ha mancato di criticare anche i tanti calciatori serbi che tornano da Paesi esteri, «dove hanno contratti milionari», e che non osservano in Serbia l'obbligo dell'autoisolamento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero