La Gran Bretagna ha varcato il Rubicone e non ci sono più limiti alle restrizioni che il governo di Boris Johnson, dopo le esitazioni e le polemiche sull'attendismo...
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L'accelerazione dei casi di contagio - attesa eppure persino più rapida del temuto - è suggellata dai dati: oltre 2.600 casi accertati, con un picco di 676 in più di ieri, e 104 morti, 32 in più nel volgere di 24 ore. E impone, nelle parole del premier Tory, che prepara leggi di emergenza e parla da ieri della necessità di agire come «un governo di guerra», un'accelerazione parallela sul fronte dello stop alle attività scolastiche «fino a nuovo ordine». La decisione, preceduta dagli annunci dei governi locali di Scozia, Galles e Irlanda del Nord, è stata formalizzata per l'intero Paese dal ministro dell'Istruzione, Gavin Williamson, ai Comuni. Per essere confermata pochi minuti dopo da Johnson nella quotidiana conferenza stampa di Downing Street con al fianco i suoi consiglieri scientifici. «Occorre dare una nuova stretta» per ridurre «la curva» di diffusione del Covid-19, ha spiegato BoJo. «Il momento giusto è questo», ha proseguito come a volersi giustificare per non aver anticipato i tempi di qualche giorno.
La chiusura, un paio di settimane prima delle vacanze di Pasqua, riguarderà tutti gli istituti, salvo - «dove possibile» - singole eccezioni di strutture destinate a continuare a essere frequentate da figli di medici, infermieri, poliziotti e altre categorie di persone che lavorano nei servizi pubblici essenziali. L'auspicio del primo ministro è che la serrata duri «un tempo assolutamente minimo». Ma il calendario degli esami di maggio e giugno è cancellato fin d'ora, a dispetto dell'impegno del governo di cercare di garantire in qualche modo il rilascio dei diplomi. Il prossimo passo, a questo punto, esclusa per ora qualunque ipotesi di proroga della Brexit, è l'isolamento di Londra, dove l'infezione è arrivata prima rispetto ad altre regioni. Le attese, a quanto trapela dallo staff del sindaco laburista Sadiq Khan, sono per una possibile svolta all'italiana all'interno della metropoli già dal fine settimana: con tanto di blocco degli accessi e col prevedibile passaggio dalle attuali raccomandazioni di Johnson a evitare contatti sociali e luoghi pubblici (raccomandazioni già seguite da cancellazioni e chiusure a raffica di ritrovi ed eventi, ultimo il festival musicale di Glastonbury, e svuotamenti di pub e ristoranti) al divieto vero e proprio di uscire di casa salvo che per fare la spesa o situazioni di assoluta necessità.
Bando destinato a trasformarsi in quarantena prolungata non solo per chiunque abbia sintomi, ma anche per tutti gli over 70 sani o malati d'un Paese nel quale, in questa fascia di età, rientra ovviamente anche la regina (94 anni ad aprile), al pari dell'erede al trono Carlo o del leader (uscente) dell'opposizione Jeremy Corbyn.
Il Messaggero