Coronavirus, giovane emiliano il primo caso italiano: «Sono tranquillo». Comunica con l'ipad

Il primo italiano contagiato dal Coronavirus, ora ricoverato all'Istituto Spallanzani, era a Wuhan insieme alla fidanzata cinese. Un breve periodo di vacanza, per il capodanno...

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Il primo italiano contagiato dal Coronavirus, ora ricoverato all'Istituto Spallanzani, era a Wuhan insieme alla fidanzata cinese. Un breve periodo di vacanza, per il capodanno del Paese del Dragone, ma la sua vita è negli Stati Uniti, dove fa il ricercatore. Ha 29 anni e le sue origini sono reggiane: a Luzzara, sulla riva destra del Po, nella pianura al confine tra l'Emilia e la Lombardia, vive la sua famiglia. Le condizioni del giovane non preoccupano. Ha un po' di febbre e congiuntivite. Ed è lui stesso a rassicurare sulle sue condizioni. «Sto bene, mi sento tranquillo. Al momento non ho nessun disagio particolare», ha detto agli altri italiani in quarantena, al centro della Cecchignola a Roma. 


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L'iatliano positivo comunica con l'ipad. «Il giovane ricercatore che si trova presso lo Spallanzani è sereno, in contatto con la famiglia e fiducioso nelle capacità dei professionisti dell'Istituto. Il ragazzo comunica e lavora utilizzando il suo ipad». Lo dichiara l'Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato in costante contatto con la direzione dell'INMI Spallanzani.

I connazionali appena rientrati dalla Cina col volo speciale continuano a tenersi in contatto con lui, che oggi ha parlato al telefono con il ministro della Salute Roberto Speranza. Una chiamata per accertarsi delle sue condizioni attuali e per esprimere «vicinanza e sostegno». «Ho sentito il padre che mi ha dato, fortunatamente, notizie confortanti: il ragazzo sta bene», conferma il sindaco di Luzzara, Andrea Costa, mentre il genitore, professionista che lavora sempre in zona, d'accordo con il figlio, ha preferito non fare dichiarazioni. Nel paese la notizia della positività al virus di un concittadino è rimbalzata sui social da ieri sera e in tanti hanno inviato alla famiglia messaggi di incoraggiamento e auguri. 
 


Coniugi cinesi ancora in terapia intensiva. «I due cittadini cinesi provenienti dalla città di Wuhan, positivi al test del nuovo coronavirus, sono tuttora nella terapia intensiva del nostro Istituto». È quanto emerge dal nuovo bollettino medico dello Spallanzani. «Le loro condizioni cliniche sono ancora invariate, con parametri emodinamici stabili - prosegue l'ospedale -. Sono attualmente in trattamento antivirale con il farmaco remdesivir. La prognosi è tuttora riservata».



Spallanzani: «In Italia non circola il virus». «Non si rappresentano casi acquisiti sul territorio nazionale: in Italia non c'è circolazione locale del virus». Lo ha detto il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito, durante una conferenza. «Abbiamo importato un soggetto che ha sviluppato i sintomi dopo il ritorno in Italia e ha avuto pochissimi contatti» ha aggiunto il direttore scientifico dello Spallanzani.

Spallanzani: 11 pazienti ancora ricoverati, 5 sottoposti a test. «Sono stati valutati, ad oggi, nella nostra accettazione 44 pazienti sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus. Di questi, 33 risultati negativi al test sono stati dimessi». È quanto emerge dal nuovo bollettino dell'ospedale SpallanzaniUndici pazienti sono tutt'ora ricoverati allo Spallanzani. Secondo quanto riporta il bollettino, tra gli 11, «5 sono pazienti sottoposti a test per la ricerca del nuovo coronavirus in attesa di risultato». «Tre sono pazienti che, risultati negativi al test per nuovo coronavirus, rimangono comunque ricoverati per altri motivi clinici - prosegue il bollettino - e tre sono casi confermati», ovvero la coppia cinese ed il giovane proveniente dalla Cecchignola.

Dimissioni dopo 2 test negativi. La proposta è quella di dimettere gli italiani sotto osservazione alla Cecchignola dopo due test di controllo faringei negativi. Lo ha detto il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito, in conferenza stampa.


Per gli italiani ricoverati riparte la quarantena. Riparte la quarantena per i 55 italiani rientrati da Wuhan che si trovano alla Cecchignola. Stando a quanto si è appreso, la decisione è stata presa in seguito alla conferma che uno degli italiani, il ricercatore reggiano, è risultato positivo al virus 2019-nCoV. La nuova sorveglianza sanitaria riparte per 14 giorni a cominciare da ieri.

«Continua la quarantena per le 20 persone che sono state in contatto con i due coniugi cinesi attualmente ricoverati allo Spallanzani». È quanto emerge dal nuovo bollettino medico. Si tratta della comitiva di turisti cinesi della quale faceva parte la coppia di coniugi cinesi.

Treni e stazioni, per ora niente controlli. Non saranno al momento effettuati controlli sanitari sui treni e nelle stazioni ferroviarie. È quanto emerso nella riunione del Comitato operativo della Protezione Civile durante la quale si è fatto il punto sugli interventi messi in campo finora per l'emergenza coronavirus. Allo stato, dunque, si è deciso di proseguire con le misure scattate subito dopo la dichiarazione dello stato d'emergenza per aeroporti e porti, senza estenderle anche alle stazioni e ai convogli ferroviari.


Voli Italia-Cina chiusi. Chiusi I collegamenti aerei per i passeggeri tra Italia e Cina resteranno chiusi così come previsto dall'ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, il 31 gennaio 2020 e si continuerà a lavorare per implementare le misure già attivate nelle ultime settimane. Lo ha confermato la task force sul coronavirus riunitasi questa mattina al ministero.

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Voli Italia-Cina chiusi finché sarà opportuno. «Il blocco dei voli è una misura presa per affrontare l'emergenza nell'immediato e finché le autorità sanitarie ci diranno che è opportuna continueremo a tenerla in atto». Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Madrid parlando del coronavirus.

Farnesina: riapertura voli con la Cina è infondata. «Nel ribadire il profondo legame di amicizia tra Italia e Cina, già manifestato attraverso molteplici attività avviate proprio dal governo italiano a sostegno del Paese asiatico in un momento delicato e complesso, si precisa che la notizia riportata dall'agenzia cinese Xinhua circa una riapertura dei voli è priva di fondamento». Lo riferiscono fonti della Farnesina nell'ambito dell'emergenza coronavirus.

Copenaghen: donna con sintomi virus, chiusa parte dell'aeroporto. Una piccola parte del Terminal 3 dell'aeroporto di Copenaghen è stata chiusa dopo che una donna cinese con sintomi ha fatto temere che potesse aver contratto il coronavirus. Lo riporta la stampa danese. L'addetto stampa dello scalo, Kenni Leth, ha affermato che la donna arrivata dalla Cina via Helsinki ha avvertito sintomi compatibili con quelli del coronavirus e ha contattato lo staff. «Secondo le procedure concordate con le autorità abbiamo contattato i servizi di emergenza e la passeggera è stata prelevata da un'ambulanza», ha spiegato Leth. Sono in corso le procedure di sterilizzazione dell'area del Terminal chiusa.

Primo caso in Corea del Nord. Un donna è stata la prima persona in Corea del Nord a risultare positiva al coronavirus: lo riporta il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo, citando una fonte anonima del Nord, secondo cui la donna avrebbe accusato i sintomi a Pyongyang al rientro da un viaggio in Cina. I media nordcoreani non hanno confermato alcun caso finora, ma hanno dato conto del rafforzamento delle misure di prevenzione e della massima allerta lanciata dalle autorità, sfociata anche nella chiusura della frontiera con la Cina.

La nave infetta. A bordo della Diamond Princess, la nave da crociera in quarantena nel porto giapponese di Yokohama, sono stati registrati 41 altri casi di contagio da nuovo coronavirus, portando a 61 il numero totale. Tra i contagiati non risultano al momento esserci cittadini italiani (a bordo della nave ce ne sono 35, 25 membri di equipaggio e 10 passeggeri), come si evince dalla lista delle nazionalità diffusa dal ministero della Sanità di Tokyo. Secondo questo elenco, tra i nuovi contagiati ci sono 21 giapponesi, otto americani, cinque australiani, cinque canadesi, un argentino ed un britannico.

   

Esperto cinese: «Insufficienti le prove della trasmissione del virus madre-figlio». «Al momento non ci sono dati sufficienti per dimostrare la trasmissione madre-figlio del nuovo coronavirus». Lo ha precisato in conferenza stampa Wang Guiqiang, presidente della Società di malattie infettive presso la Chinese Medical Association. Nei giorni scorsi, medici dell'ospedale pediatrico di Wuhan, citati dall'emittente statale Cctv, avevano ipotizzato il contrario riferendo il caso di una donna contagiata che a inizio febbraio ha partorito un bimbo. Il piccolo, sottoposto al test per il nuovo agente patogeno 30 ore dopo la nascita, è risultato positivo all'infezione. Stando allo specialista cinese, invece, i neonati rischiano di contrarre il nuovo coronavirus più per contatto che attraverso il parto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero