Cambiamenti climatici, Polo Sud mai così senza neve e ghiaccio: colpa anche del Favonio

Venti secchi e caldi dal Pacifico accelerano lo scioglimento del manto glaciale

Cambiamenti climatici, Polo Sud mai così senza neve e ghiaccio: colpa anche del Favonio
Polo Sud mai così a corto di neve e ghiaccio: le immagini scattate dai satelliti Sentinel della rete europea Copernicus (ad alto tasso di tecnologia italiana) evidenziano i...

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Polo Sud mai così a corto di neve e ghiaccio: le immagini scattate dai satelliti Sentinel della rete europea Copernicus (ad alto tasso di tecnologia italiana) evidenziano i colori grigiastri o neri di vaste zone dell'Antartide che negli anni precedenti luccicavano di bianco. L'allarme per le ulteriori conseguenze dei cambiamenti climatici arriva a poche settimane dal record della nave rompighiaccio italiana "Laura Bassi" che è riuscita a portare ancora più a sud il primato di navigabilità delle acque dell'Antartide.

 

Il trend di riscaldamento del punto più freddo della Terra è accentuato dall'aumentare della forza dei venti secchi e caldi del Pacifico che si chiamano Föhn (o Foehn) proprio come quelli che conosciamo bene sulle nostre Alpi e sugli Appennini. In italiano si chiama Favonio, vento che favorisce con la sua temperatura la crescita dei germogli.   

L'effetto dei venti caldi del Pacifico

Ted Scambos, ricercatore senior presso l'Università del Colorado a Boulder, afferma - come si legge sul Washington Post - che questi venti causano un forte scioglimento superficiale. Il Favonio è un vento di caduta secco più caldo della massa d'aria preesistente. Gli effetti a noi noti in contesti familiari come le Alpi vanno poi moltiplicati per adattarli a scenari che vedono protagonisti l'oceano Pacifico e le catene montuose del Polo Sud. 

Il risultato è che in questa stagione temperature assai più calde della media hanno sciolto neve e ghiaccio diverse regioni innevate ad esempio della penisola antartica bagnata internamente del mare di Weddell: è quella lingua di Polo Sud che punta verso capo Horn. È il secondo anno consecutivo con una stagione di scioglimento superiore alla media nella penisola, un'area che si riscalda cinque volte più velocemente della media globale. Una situazione che allarma gli scienziati.

 

La temperatura media della stagione è di circa 1,5 gradi Celsius superiore e numerose regioni lungo la penisola e nell'entroterra hanno subito da 15 a 20 giorni di scioglimento in più rispetto a quelli tipici di un'estate (nell'emisfero sud le stagioni sono invertite).

Emblematica la situazione nell'isola dell'Aquila all'estremità della penisola: in febbraio la neve copriva solo il 7% della calotta glaciale che in passato caratterizzava tutta l'isola.

 

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Il Messaggero