«Attori russi» avrebbero cercato d'interferire nelle elezioni britanniche del 2019, contribuendo alla diffusione di un rapporto - autentico, ma interlocutorio -...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Rete 5G, Gran Bretagna esclude Huawei dalle forniture. Il colosso cinese: «Grave errore»
«Il governo - ha detto oggi il ministro degli Esteri, Dominic Raab - ha concluso che attori russi quasi certamente cercarono d'interferire nelle elezioni politiche del 2019 attraverso l'amplificazione online di documenti governativi illecitamente acquisiti».
LEGGI ANCHE Regno Unito, nuove regole Covid per i cittadini europei: favorito chi guadagna almeno 25.600 sterline
Il ministro degli Esteri del governo Johnson, intervenendo in Parlamento, ha definito quelli trapelati come «documenti governativi sensibili relativi al negoziato sull'Accordo di Libero Scambio fra Regno Unito e Usa» che Londra e Washington mirano a definire per il post Brexit. Il materiale, ha proseguito, «fu disseminato online attraverso la piattaforma social Reddit. E quando queste attività non ottennero popolarità, vennero fatti altri tentativi di promuoverne la diffusione in vista delle elezioni».
«Sebbene non vi sia prova di una campagna russa su più vasta scala contro le elezioni politiche, ogni tentativo d'interferire nel processo democratico resta inaccettabile», ha concluso Raab, rivendicando «l'assoluta priorità di proteggere la democrazia e le elezioni» da parte dell'esecutivo e sottolineando come sulla vicenda sia in corso anche «un'indagine penale» della polizia. Già nell'immediato i conservatori avevano denunciato un qualche presunto coinvolgimento russo (o di russi) nella diffusione di quei documenti imbarazzanti, accusando Corbyn di essersi comportato come «una stupida pedina» del Cremlino.
La conferma odierna dei sospetti di allora da parte del governo - sia pure con la formula dubitativa del «quasi certamente» e senza accuse dirette allo Stato russo - appare tuttavia una scelta ad orologeria: visto che il 22 luglio prossimo la commissione Intelligence della Camera dei Comuni si prepara a pubblicare un rapporto realizzato mesi fa sullo stesso tema, quello del sospetto di manovre russe nella politica britannica, i cui contenuti rischiano viceversa d'imbarazzare proprio la parrocchia Tory di Boris Johnson, concentrandosi in particolare sulle congetture d'intromissioni nella campagna referendaria per la Brexit. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero