Regno Unito, nuove regole Covid per i cittadini europei: favorito chi guadagna almeno 25.600 sterline

Regno Unito, nuove regole Covid per i cittadini europei: favorito chi guadagna almeno 25.600 sterline
Dal 2021 ai cittadini europei nel Regno Unito verranno applicate regole simili a quelle valide per l'immigrazione da altri paesi: un sistema a punti «flessibile»,...

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Dal 2021 ai cittadini europei nel Regno Unito verranno applicate regole simili a quelle valide per l'immigrazione da altri paesi: un sistema a punti «flessibile», con un «percorso privilegiato» per chi lavora nella sanità, ma per il resto tutto pensato per attrarre lavoratori qualificati e dissuadere gli altri. Con la possibilità, qualora un determinato settore dell'economia lo richiedesse e la manodopera locale non fosse più sufficiente, di allentare le maglie per far arrivare anche personale non qualificato.

E' quanto ha illustrato ieri il ministro dell'Interno Priti Patel in una dichiarazione scritta al Parlamento, confermando molte degli elementi fatti circolare nei mesi scorsi dal governo di Boris Johnson. Con la Brexit ormai fatta e la fine del periodo di transizione fissato per dicembre prossimo, la libera circolazione dei lavoratori europei infatti cesserà, come previsto e per chi è già nel paese rimarrà la possibilità di restare con il cosiddetto settled status.

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BONUS E MALUS
Per i nuovi arrivi, sarà favorito chi parla bene l'inglese, chi ha un'offerta da un datore di lavoro riconosciuto, chi guadagna almeno 25.600 sterline, ossia 28.350 euro all'anno e chi lavora in settori chiave come l'ingegneria, mentre le porte saranno sbarrate a chi ha più di un precedente penale anche solo per scippo, furto o taccheggio - e a chiunque abbia avuto condanne superiori a un anno o sia stato classificato come socialmente pericoloso.
Si tratta di una stretta considerevole rispetto alle regole attuali, che prevedono che i criminali europei possano essere esclusi solo se rappresentano una minaccia continua per il Regno Unito, con 8mila stranieri che ancora non sono stati rimandati nel loro paese d'origine.
Il settore della sanità, come visto durante la crisi del Covid, dipende troppo dagli europei perché il governo possa permettersi regole troppo rigide, ma i laburisti e gli esperti hanno criticato la decisione di escludere il settore dell'assistenza dal percorso privilegiato. Il calcolo di Johnson è che con la disoccupazione destinata a salire, i datori di lavoro debbano investire di più sulle risorse locali, cercando di rendere i posti di lavoro nella cura e nell'assistenza più attraenti in termini di paga e condizioni, ma questo potrebbe non avvenire lasciando scoperti i prossimi due o tre anni.

Secondo il Labour, aver annunciato queste misure «nel mezzo di una pandemia globale» in maniera frettolosa rischia di creare «gravi problemi» sia alla sanità che alle case di cura messe sotto pressione dal Covid. I datori di lavoro dovranno pagare 1.000 sterline per ogni lavoratore straniero sponsorizzato da loro, oltre ad altre 500 sterline per ogni semestre successivo. Chi è alla ricerca di lavoro deve fare domanda e avere una base di 70 punti e i più giovani potranno accettare anche un salario più basso, di 20.480 sterline. «I britannici hanno votato per riprendersi indietro il controllo dei loro confini e per introdurre un nuovo sistema d'immigrazione a punti», ha spiegato Priti Patel, aggiungendo che «ora che abbiamo lasciato la Ue, siamo liberi di togliere le redini al pieno potenziale del Paese». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero