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Si chiama Hugo Guilherme il primo bambino nato grazie alla fecondazione post mortem. Il piccolo è venuto al mondo nell'ospedale di Oporto, in Portogallo, e pesa quasi quattro chili. Il nome è stato scelto dal padre prima di morire. Sì perché il papà del neonato è morto di cancro nel 2019, a 29 anni, non senza però aver prima lasciato il suo seme crioconservato e un'autorizzazione scritta a procedere alla fecondazione assistita.
Cosa è successo
Una dura battaglia legale, condotta dalla vedova Ângela Ferreira, madre del piccolo Hugo Guilherme. La legge portoghese sulla procreazione assistita risaliva al 2006 e proibiva la fecondazione con materiale genetico di un donatore defunto. Il paradosso però era che il divieto si potesse applicare solo ai donatori di famiglia e non agli anonimi, che in quanto tali potrebbero essere già deceduti.
La battaglia legale
È stato l'impegno di Ângela, protagonista da allora di documentari e servizi giornalistici, a portare prima a una raccolta di firme e poi a un dibattito non solo parlamentare ma anche sociale, in cui il Partito socialista, i comunisti e il Blocco di sinistra hanno deciso insieme di modificare la legge, inserendo il Portogallo tra i non molti paesi che permettono questa pratica dopo la morte di uno dei coniugi. La modifica della legge fu approvata a marzo del 2021 e promulgata dal presidente della Repubblica, dopo un suo primo veto, a novembre dello stesso anno.
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