Non conosceva la sua giovane vittima. Non aveva mai visto nessun membro della sua famiglia. Cosa sia scattato nella mente di quella 30enne saranno gli psichiatri a stabilirlo:...
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L’omicidio, un attacco random senza alcun movente, è avvenuto nel Queen's Park di Bolton, in Gran Bretagna, intorno alle 14 di domenica. Nonostante gli avvertimenti a non uscire di casa per ridurre i contagi da Coronavirus, la famiglia aveva portato la piccola a giocare nel parco. La bimba stava correndo sul prato quando è stata attaccata con un coltello dalla donna che l’ha colpita ripetutamente: una serie di coltellate che hanno ferito la bimba anche al collo, non lasciandole alcuna speranza di sopravvivenza nonostante i tentativi disperati dei genitori e dei medici.
L’assassina è stata ricorsa da un testimone che, coraggiosamente, è riuscita a bloccarla e consegnarla agli agenti: la donna è stata arrestata con l’accusa di omicidio. Russ Jackson, vice capo della polizia della Greater Manchester, ha dichiarato: «La donna arrestata sulla scena dell'attacco alla bambina di Bolton è ora detenuta ai sensi del Mental Health Act. È difficile descrivere quanto sia stato terribile questo incidente, l'attacco è avvenuto di fronte ai genitori di questa bambina che l'avevano portata fuori per godersi il sole primaverile e giocare nel parco. Visto l’orribile attacco, un passante ha inseguito coraggiosamente la donna e l'ha trattenuta fino all'arrivo della polizia che l’ha arrestata. Vorrei ringraziarlo per il suo gesto che ci ha permesso di fermarla rapidamente e prevenire qualsiasi altro attacco. Stiamo lavorando per capire il motivo di questo brutale assalto del tutto casuale. Sappiamo che la donna ha una storia di malattia mentale alle spalle e stiamo lavorando per capire se questo ha avuto un ruolo decisivo nell’omicidio. Per la famiglia è un incubo. Non riesco a immaginare cosa stiano passando genitori e parenti. Siamo determinati a capire rapidamente cosa è successo».
Sotto choc le altre famiglie che avevano portato i loro bambini al parco e che sono accorsi sul luogo dell’incidente per capire cosa era accaduto: «Ho visto quei genitori sporchi di sangue, l’ambulanza, l’elicottero e abbiamo capito che era successo qualcosa di veramente grosso» ha raccontato Kyra Coop. «Viviamo in un mondo orrendo» è stato il commento di Paula Whylie che si trovava a pochi metri dal luogo dell’incidente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero