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Lo hanno chiamato battaglione Unicorno e comprende soldati della comunità Lgbtq che hanno deciso di combattere per difendere il proprio Paese ma in fondo anche per spazzare via molti luoghi comuni e acquisire maggiori diritti quando questa guerra sarà terminata.
A parlarne un mese e mezzo fa era stata la Reuters che in un lungo articolo aveva raccontato la vicenda dei combattenti volontari Oleksandr Zuhan e Antonina Romanova che avevano scelto di tornare a combattere. Così, come altri esponenti della galassia gay ucraina, avevano cucito sulla loro uniformi il simbolo dell'unicorno. Come mai questa immagine? In occasione del conflitto del 2014, quando la Russia invase la Crimea, ufficiali dell'esercito ucraino dissero che non c'erano gay nelle loro fila. Per questo motivo, chi invece apparteneva alla comunità Lgbtq e stava combattendo, aveva deciso di utilizzare il simbolo di una creatura fantastica considerata, ovviamente, inesistente.
«La Russia sta uccidendo la nostra gente, sta prendendo i nostri territori ma vuole anche distruggere la nostra cultura. Per questo abbiamo scelto di combattere» raccontarono gli esponenti del battaglione Unicorno secondo i quali ora anche tra gli ufficiali ucraini i pregiudizi si sono ridotti perché ciò che conta è sapere combattere e difendere il Paese dalla ferocia dell'esercito di Putin.
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Il Messaggero