A 11 anni David ha la leucemia: i compagni di classe si radono a zero per non farlo sentire solo

Non volevano farlo sentire diverso. Non volevano che alla solitudine della malattia si aggiungesse la terribile sensazione di essere “particolare”. È una...

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Non volevano farlo sentire diverso. Non volevano che alla solitudine della malattia si aggiungesse la terribile sensazione di essere “particolare”. È una lezione di amore e di grande amicizia quella che arriva da una scuola di Madrid, dove un gruppo di bambini si è fatto rasare a zero in segno di solidarietà nei confronti di David, 11 anni, costretto ad affrontare la battaglia più importante della sua vita, quella contro la leucemia.

 
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Pochi giorni fa David ha deciso di radersi a zero i capelli per non lasciare che la chemioterapia li facesse cadere. Ma non è andato da solo dal barbiere. Insieme a lui c’erano i suo compagni di classe, decisi a sottoporsi al taglio radicale per stare vicino al loro amico. I piccoli sono andati tutti insieme, uniti contro la malattia e il pregiudizio. Ad accoglierli un barbiere che, commosso dal gesto di quei bimbi dal cuore grande, ha deciso che per tutti il taglio fosse gratis: «Come posso farli pagare? - ha detto a Radio Onda Cero - Sono io che dovrei pagare per questo, per me è un vero spettacolo e una lezione di vita».
 
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Con le lacrime agli occhi anche le famiglie dei compagni di classe di David che hanno sostenuto e appoggiato fin dal primo momento l’iniziativa dei loro figli: «Ci siamo tagliati i capelli per un buon motivo: vogliamo che non si senta solo e abbiamo voluto dimostrargli che non succede nulla a non averli. Si sente solo un po’ di freddo - ha raccontato un compagno di classe di David – Pure i nostri genitori hanno pensato che fosse un'ottima idea, ci hanno detto che erano felici di vederci così vicini a lui». Con il suo nuovo taglio e sostenuto dall’affetto dei suoi amici, David è entrato in ospedale. Da lì, per ringraziare i suoi compagni, ormai diventati fratelli, ha inviato loro alcuni pupazzi. Ci giocheranno insieme quando tutto sarà finito.   Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero