Argentina, a Buenos Aires "cassonetti intelligenti": un bancomat per gettare i rifiuti

Argentina, a Buenos Aires "cassonetti intelligenti": un bancomat per gettare i rifiuti
Cassonetti intelligenti per la raccolta di spazzatura che possono essere aperti solo dai possessori di una tessera magnetica: è l'esperimento avviato dal governo della...

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Cassonetti intelligenti per la raccolta di spazzatura che possono essere aperti solo dai possessori di una tessera magnetica: è l'esperimento avviato dal governo della città di Buenos Aires su un tratto della celebre Avenida Corrientes, conosciuta come "il viale che non dorme mai". Da alcuni giorni, fra le vie Callao e Libertad, Corrientes si trasforma in isola pedonale fra le 19 e le 2 del mattino.


E lungo questo segmento le autorità cittadine hanno collocato 18 cassonetti (saranno presto 24) di fabbricazione italiana che per poter essere utilizzati dai residenti e negozianti della zona, dovranno essere aperti con una speciale tessera magnetica. In una intervista, l'assessore per gli Spazi pubblici della capitale, Eduardo Machiavelli, ha sottolineato che l'iniziativa ha numerosi aspetti positivi riguardo all'igiene. Inoltre, ha aggiunto, il sistema «permetterà di sapere a che ora si depositano i rifiuti nel cassonetto», il quale «dispone di un sistema di allarme che avverte quando è pieno al 75%».

L'iniziativa tecnologica non è però piaciuta ai "cartoneros", gruppi di riciclatori che regolarmente esplorano i cassonetti per ritirare cartoni ed altri materiali riutilizzabili. Alludendo alla crescente povertà che segna l'Argentina, Juan Grabois, dirigente della Confederazione dei lavoratori della economia popolare (Ctep), ha assicurato che «questi cassonetti non dureranno neppure dieci minuti, perché la gente, disperata per recuperare residui di cibo, li romperà». Ma Macchiavelli ha risposto che ciò non è vero perché «in questi contenitori dell'umido difficilmente si trova cibo, dato che i sacchi di resti di ristoranti, pizzerie e bar hanno un sistema di raccolta totalmente differente».
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Il Messaggero