L'Arabia Saudita attacca l'Iran per il lancio dei missili lanciati da droni che hanno colpito le raffinerie di petrolio sul terrorio...
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L'Iran: «Non sanno nulla». Mostrando i rottami di droni e di un missile cruise come presunte prove del coinvolgimento iraniano nell'attacco agli impianti petroliferi di Aramco, l'Arabia Saudita ha dimostrato che «non sa nulla». Lo ha scritto su Twitter Hesameddin Ashena, consigliere del presidente iraniano Hassan Rohani. «La conferenza stampa ha dimostrato che l'Arabia Saudita non sa nulla su dove i missili e i droni siano stati costruiti o da dove siano stati lanciati, né ha saputo spiegare perché il sistema difesa del Paese non è riuscito a intercettarli», ha scritto Ashena.
Gli Usa: Atto di guerra. «L'attacco al petrolio da parte dell'Iran è un atto di guerra».
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L'Onu ha inviato degli esperti in Arabia Saudita per partecipare all'indagine internazionale sugli attacchi alle strutture petrolifere di Riad. Lo ha confermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, parlando con i giornalisti. «Gli esperti sono già partiti, per portare a termine il mandato ricevuto dal Consiglio di Sicurezza», ha detto, ribadendo la sua «condanna» dell'attacco. «Se ci fosse un grande conflitto nel Golfo avrebbe conseguenze devastanti per la regione e per il mondo», ha aggiunto.
Il vice ministro saudita della Difesa: «Grazie a Trump per come fronteggia l'Iran». «L'Amministrazione del presidente Trump ha fronteggiato l'aggressione del regime iraniano e delle organizzazioni terroristiche in un modo senza precedenti. Noi in Arabia Saudita ringraziamo il presidente per la sua posizione e continueremo a stare dalla parte degli Usa contro le forze del male e un'aggressione senza senso». Lo ha dichiarato il vice ministro saudita della Difesa, Khalid Bin Salman, nel corso di una conferenza stampa sugli attacchi agli impianti petroliferi.
«Apprezziamo la posizione di vecchia data degli Stati Uniti nel difendere i suoi alleati e i loro interessi fondamentali nella regione contro atti di aggressione non provocati, come affermato oggi dal presidente e dal vice presidente, nonché dagli ex presidenti tra cui Obama», ha aggiunto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero