Fenicotteri addio, ananas e aragoste sono i tormentoni dell’estate

Fenicotteri addio, ananas e aragoste sono i tormentoni dell’estate
Basta fenicotteri, cactus e unicorni. La moda quest’anno entra in cucina a prendere gli ingredienti per capi e accessori dell’estate. Largo ad ana- nas e aragoste che...

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Basta fenicotteri, cactus e unicorni. La moda quest’anno entra in cucina a prendere gli ingredienti per capi e accessori dell’estate. Largo ad ana- nas e aragoste che compaiono prepotentemente anche su abiti couture e diventano simbolo di una moda lussuosa, mangerec- cia e allo stesso tempo esotica. Se fino a pochi mesi fa l’avocado era il frutto rivelazione per i pu- risti della cucina e del fashion, oggi l’ananas, con le sue sfaccettature e il suo giallo dorato e vitaminico, è il vero must. Lo si era intuito già lo scorso anno, quando il frutto aveva iniziato ad apparire timidamente in passerella, che il “gimme, gimme, gim- me un ananas” come cantava Fiordaliso negli anni ‘80 sarebbe esploso.

 

IL SIMBOLO

In America questo frutto è considerato un simbolo di benvenuto, ospitalità e calore. Secondo la leggenda a Charleston, in South Carolina, durante il periodo coloniale i marinai che tornavano sani e salvi da viaggi via mare lo riportavano alle mogli come souvenir, e loro mettevano questi ananas in bella mostra per far capire che i mariti erano tornati e non erano più sole. Oggi il frut- to è diventato cool e addirittura prezioso, soprattutto quando si trasforma in gioielli. Dolce & Gabbana da un paio di stagioni lo propone spalmato su abiti da pin up con gonne a ruota, ma anche su mise più classiche e incrostate di paillettes. Il giallo oro degli abiti si sposa alla perfezione con gli orecchini giganti e con gli occhiali da sole pineapple con tanto di foglioline gioiello verdi. Anche Gucci si è lasciato affascinare dal glam di uno dei frutti più salutari del momento. Ecco- lo quindi riprodotto su occhiali color oro della stessa forma, pieni di strass, che danno un tocco esotico ai capi onirici della colle- zione firmata da Alessandro Michele. Furla, invece, l’ha immagi- nata sotto forma di borsa in pelle, modello secchiello, nei toni dell’avorio, del giallo e del verde. Ai piedi pineapple anche sulle infradito di Giuseppe Zanotti, co- mode per aperitivi più eleganti in spiaggia. Più preziosa la rivisi- tazione di Miu Miu che ha messo l’ananas su una parure composta da orecchini e anello.

COME SPONGEBOB
Charlotte Olympia che ha portato in passerella un imponente abito-ananas, vaporoso e ironi- co, tanto da somigliare alla casa di Spongebob, il celebre cartone di Nickelodeon, lo ripropone al centro di un paio di slippers piat- te, popolate anche da fragole e banane, come fosse la regina del- la frutta. L’eclettico brand ha scelto anche l’aragosta come ico- na, toccando così entrambe le tendenze di stagione. Questa vol- ta il crostaceo compare su san- dali alti neri, e le sue chele, di un arancione acceso, reggono il cin- turino che cinge la caviglia. Per quanto possa sembrare strano questo animale ha una storia nel mondo della moda, anche se non la ricordano in molti perché risale agli anni ‘30. Elsa Schiapa- relli, la surrealista del fashion sy- stem, durante la sua collabora- zione artistica con Salvador Da- lí, creò un ensamble inedito: l’Abito Aragosta.

LO SCANDALO

Il pittore, che amava inserire nelle creazioni della stilista oggetti - e alimenti - di uso quotidiano, collocò il crostaceo all’altezza del bacino su un abito lungo da sera di seta bianca, indossato per la prima volta da Wallis Simpson in un servizio fotografi- co di Cecil Beaton, poco prima del suo scandaloso matrimonio, nel maggio del 1937, con Edoar- do, il Duca di Windsor, che abdi- cò in favore del fratello, re Geor- ge VI, proprio per sposarla. Da allora in poi gli stilisti non l’han- no più considerata, se non come cibo di lusso da offrire ai loro cocktail. Ma oggi l’aragosta torna di moda, simbolo di un mondo pa- tinato. Ecco allora che anche le catene low cost come Zara ne hanno capito il potere evocativo e ironico, e l’hanno scelta per t-shirt iconiche, al grido di “Doesn’t Bite” (“Non morde”). Thom Browne, stilista eclettico, l’ha ri- visitata sotto forma di borsa ele- gante ma divertente (in realtà è un granchio più che un’arago- sta), con catena dorata, quasi fosse una tracolla da sera. C’è an- che chi la mette al collo: Alex Monroe, designer britannico, l’ha pensata come pendente da indossare su abiti couture.
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Il Messaggero