Il fruscìo delle cascate tra le palme, una musica che viene da lontano mentre in passerella si alternano sete scivolate e fantasie di uccelli esotici, tessuti che catturano...
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Roma, Indocina: Giada Curti torna ad Altaroma portando in scena all'Hotel St. Regis un Oriente pieno di desiderio; quello de L’Amante di Jean Jacques Annaud, film cult che ha ispirato la collezione primavera estate.
«Tutto a un tratto non era più sicura di non averlo amato», scorre il pensiero della protagonista quando sul piroscafo, di notte, le note di Chopin risuonano nel mezzo dell'Oceano Indiano. E forse ricorda le pigre e calde giornate del Sud Est Asiatico, e quelle donne un po' geishe che Curti ridisegna in un nuovo personale Novecento.
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Ci sono le ampie gonne vaporose amate dalla designer, strette in vita da maxi fiocchi e cinte d’oro, ma anche strascichi di raso intarsiati di paillettes e ampie maniche in stile kimono. Gli accessori sono di un rosso acceso, che siano gli orecchini di nappe o bacchette orientali tra i capelli, a sottolineare una sensualità discreta ma decisa a suon di schiene nude e profonde scollature.
Siamo a metà tra Cina e Giappone, tra tessuti impalpabili, un tocco d’oro e d’argento per i luminosi abiti da sera. E c’è anche lei: la ragazza protagonista del film e del romanzo di Marguerite Duras, con le trecce e la paglietta, vestita d’arancio con balze e maniche a sbuffo. Esotica ed elegante, come la primavera in arrivo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero