Alla domanda del figlio “Tolto me, qual è la persona di cui ti fidi di più al mondo?” ha risposto “Me stessa“. E il fotografo e regista...
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«Mi domando solo come un'istituzione come Vogue glielo abbia permesso» dice nel docufilm Giancarlo Giammetti, socio storico di Valentino Garavani, a proposito del direttore di Vogue Italia, venuta a mancare a dicembre dello scorso anno, e della rivoluzione copernicana nel mondo della moda che la regina del fashion ha portato avanti sfidando l'universo dell'omologazione. Le celebri copertine di Vogue, la “Black Issue” con modelle di colore e la “Plastic Surgery Issue” sulla chirurgia plastica, sono schiaffi in faccia dati con stile all'appiattimento culturale e al bigottismo. La denuncia contro gli abusi e la violenza sulle donne, l'impegno nel sociale e in Africa con la Fao, ma anche la lotta all'Aids.
Per Franca Sozzani la moda non era fatta solo di abiti, era un mezzo per comunicare messaggi importanti. Lei, che in un'intervista dichiarò di divertirsi da piccola a staccare la testa delle bambole di sua sorella Carla, gallerista d'arte del famoso concept space “10 Corso Como” e punto di riferimento per i collezionisti internazionali, aveva iniziato da "Vogue Bambini", fino alla scalata al successo come editor in chief dell'edizione italiana della Bibbia della moda e poi come direttore editoriale. “Franca: Chaos and Creation” è una poesia intima di Francesco Carrozzini, che più volte ha firmato le copertine de “L'Uomo Vogue” e “Vanity Fair” ritraendo le celebrity hollywoodiane con i suoi scatti d'autore, in cui viene fuori Franca Sozzani persona, oltre il personaggio da front row che tutti conoscono.
«Probabilmente Condé Nast pensa che lei sia una business woman con un piano. Ma invece è pazza» dichiara nella sua videointervista il filosofo e saggista francese Bernard-Henri Lévy. Nel fashion movie tante le testimonianze di chi con Franca Sozzani ha lavorato ed era suo amico, da Karl Lagerfeld a Bruce Weber, da Courtney Love a Baz Luhrmann, per narrare il processo creativo, in bilico tra la satira e il sublime, ma anche debolezze e fragilità, dell'icona italiana della moda. Ieri sera l'omaggio di Altaroma a Franca Sozzani, promotrice del concorso di scouting per designer emergenti “Who Is On Next?”, che in un frame del film spiega quasi timidamente «La traccia più bella la lasci con i figli, mentre se tu la lasci indipendentemente da quella che è la tua famiglia crei una storia». Geniale consapevolezza che, ancora in vita, hanno solo i grandi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero