Soffia un vento austero dalle parti della sfilata Chanel Haute Couture per la Primavera-Estate 2020. Virginie Viard consegna la sua seconda prova nell’universo Haute Couture...
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Sag Awards, sul red carpet trionfa il tailleur pantalone da Millie Bobby Brown a Winona Ryder
Sobri i primi look da giorno: tessuti di pied-de-poule stampato, che strizzano l’occhio all'optical geometrico bianco e nero di gran moda negli anni ’70, danno il là a una serie di tailleur, con gonne sopra o sotto il ginocchio da indossare con grossi colli ricamati e calze bianche e calzettoni alla caviglia. Ai piedi? Mocassini neri con tacco basso o stringate bicolor dall’allure vintage. Gli abiti da sera sono il trionfo del savoir faire degli atelier che da anni sublimano le creazioni della Maison: fiori e piume, ma anche intarsi, volant, punto smock sofisticato e plissé creati per Chanel dalla Maison Lemarié, i tweed degli Atelier Lesage e i ricami dell’Atelier Montex. Le silhouette che incedono tra erbe aromatiche e piante officinali sono lineari, il corpo femminile sempre celato, a volte con romantico tulle a impreziosire alcune delle uscite, ora sulle spalle, ora come sopragonna.
Anche le trasparenze hanno un che di monacale in questa Haute Couture Chanel dove alla sposa in chemisier bianco viene concesso solo lo splendore dei bottoni e della fibbia alla vita. Il bianco e nero che domina la palette cromatica si punteggia di delicatissimi azzurri e rosa, lasciando spazio a colori vivaci solo nei ricami preziosissimi di alcuni look. Virginie Viard, insomma, sembra barcamenarsi come può divisa tra l’heritage della maison e quel senso mortifero - a tratti mortificante - che pare attraversare un po’ tutto il fashion system. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero