Polonia via dalla convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne

Il ministro guardasigilli Zbigniew Ziobro
Lunedì prossimo il governo di Varsavia comincerà il processo di disdetta della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza...

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Lunedì prossimo il governo di Varsavia comincerà il processo di disdetta della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul). Lo ha annunciato oggi il ministro guardasigilli Zbigniew Ziobro. In conferenza stampa Ziobro ha spiegato che secondo lui la Convenzione, varata nel 2011 e firmata dalla Polonia un anno dopo, contiene «concetti ideologici» non condivisi dall'attuale esecutivo polacco, fra cui quello sul sesso «socio-culturale» in opposizione al sesso «biologico».


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Ziobro ha assicurato che la legge polacca in vigore tutela «in modo esemplare» i diritti delle donne e risponde cosi a tutte le esigenze imposte dalla Convenzione di Istanbul. Ieri contro la decisione del governo si erano svolta a Varsavia e in oltre 20 città del paese le manifestazioni delle donne polacche convinte che la decisione dell'esecutivo inciderà negativamente sulla situazione della donne sopratutto in famiglia.

Il caso Ungheria 

Lo scorso maggio il parlamento ungherese ha respinto la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Dopo circa un mese dall’adozione della legge che conferisce al premier ungherese Viktor Orban i pieni poteri per fronteggiare l'emergenza virus, il parlamento di Budapest ha bocciato la Convenzione che per l’esecutivo promuoverebbe l’ideologia distruttiva di genere e della «migrazione illegale». Il suo «approccio ideologico è contrario alla legge ungherese e alle credenze del governo», ha affermato davanti all’Assemblea il deputato Lorinc Nacsa, dei democratici cristiani, alleato di minoranza della coalizione con il partito sovrano Fidesz di Orban. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero