Il caso della donna peruviana finisce in Parlamento, espulsa dopo le violenze in quarantena

Il caso della donna peruviana finisce in Parlamento, espulsa dopo le violenze in quarantena
L'ennesimo caso di mancanza di tutela per una donna che subisce violenza che finisce in Parlamento. «Chiediamo un intervento alla ministra Lamorgese sul caso della donna...

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L'ennesimo caso di mancanza di tutela per una donna che subisce violenza che finisce in Parlamento. «Chiediamo un intervento alla ministra Lamorgese sul caso della donna peruviana che, avendo denunciato violenza documentata dal Pronto Soccorso da parte del convivente, si è vista recapitare un provvedimento di espulsione dalla Questura di Roma, decretato dal prefetto perché priva di permesso di soggiorno». Un provvedimento inspiegabiile che risulta essere in totale violazione alla Convenzione di Istanbul (ratificata anche dall'Italia).


Ad intervenire su questo caso abnorme è la commissione di inchiesta sul Femminicidio. «Nel documento approvato all'unanimità sulla pandemia da Coronavirus, abbiamo raccomandato alle autorità in questo periodo particolare di sospendere le espulsioni in caso di denuncia di violenza da parte delle donne» spiega la senatrice Valeria Valente.

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La donna di 24 anni il 12 maggio ha presentato una denuncia al commissariato Casilino di Roma nei confronti del compagno e convivente per le violenze subite. É stata costretta ad andare al pronto soccorso del policlinico Casilino per le ferite. Il commissariato l'ha poi messa in contatto con il centro antiviolenza Sisenna gestito dall’Associazione Differenza Donna. Due giorni dopo il prefetto ha decretato l’espulsione della donna dall'Italia. Un provvedimento che tra l'altro, sottolinea l'associazione, è «incompatibile con le direttive assunte dal Ministero dell’Interno per aiutare e offrire un supporto alle donne vittime di violenza e ai loro figli durante l’emergenza da Covid-19».


«Le donne a rischio violenza, infatti, sono aumentate a causa della quarantena in casa e tale situazione permane perché non siamo tornati alla normalità. Per questo chiediamo un intervento, affinché la situazione di questa donna soccorsa da Differenza Donna Ong si risolva positivamente. Le donne che hanno il coraggio di denunciare vanno sostenute e tutelate, a prescindere dalla loro condizione» ha aggiunto Valente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero